14 febbraio 2012

18 Novembre 2008 La Fortuna- S. Josè


18 Novembre  2008 La Fortuna/ S. José


Stamattina era davvero impossibile dormire un po’ di più, il cantiere si è svegliato molto presto. Poco male, alle 8.00 PM arriva il bus che ci riporterà nella capitale.
Tutto pronto, si parte, il nostro autista si chiama Alessandro e durante il tragitto mi dice che non è del Costarica ma che è nato a Cuba.
La prima parte del viaggio è stata un po’ faticosa a causa della strada piena di curve e la guida sportivissima di Alesandro, poi la pioggia completava il quadretto.
Dopo un’ora e mezza, facciamo mezzora di pausa in una soda piccola ai bordi della strada. Colazione con caffè e torta di…. Non lo so ma molto buona.
Arriviamo a S. José per le 11.30 e Alesandro ci lascia come richiesto davanti all’Hotel Hemingway Inn. Me lo ricordo questo Hotel, ci passavamo davanti i primi giorni  per raggiungere il centro.Molto caratteristico e il suo stile è proprio lo stesso dello scrittore di Moby Dich!

 

 Questo posto è così incantevole che voglio dedicargli una foto gallery.
  

Troviamo ad accoglierci Ismala, una ragazza sorridente dalla voce squillante che ci  conferma il prezzo di 45$ a persona per due notti.Ci accompagna nella stanza e aprendo la porta non crediamo ai nostri occhi. E’ enorme! Due stanze con letti enormi e tavolino con sedie.In sostanza una suite! Chiedo se per caso c’era stato un errore di comprensione (probabile, visto la stanchezza e lo spagnolo improvvisato) e lei con un candido sorriso mi riconferma il prezzo!Che figata e quanto spazio!Questa volta ci sistemiamo con calma e se vogliamo, anche con un pò di tristezza. Ultimo giorno in questo paese meraviglioso.....Scrivo un paio di cartoline e sistemo lo zaino,è già ora di pranzo e allora via per l'ultima volta tra le strade di S.Josè. Sono rimasrte le ultime cose da fare di andare in aeroporto e tra queste, tornare nel fantastico negozio di Kevin e acquistare quella splendida maschera Boruca che avevo visto una settimana fa. Kevin ha trentacinque anni ed è stato molto disponibile al nostro primo arrivo nella capitale, un ragazzo dagli ochhi vispi e con un grande amore per il suo lavoro. Ricordo il primo giorno che nella capitale e ricordo molto bene il fascino che emanano queste maschere e il racconto dettagliato e la loro storia, infatti  la tribù Buruca popola le foreste più sperdute della Costarica e di preciso nella riserva indigena di Terraba a sud della capitale, dove  da un unico pezzo di tronco,viene intagliata una sola maschera. Sono tutti  pezzi unici e nel suo negozio ce ne sono esposte molte e di bellissime.
Kevin ci ha spiegato che lui acquista direttamente dal villaggio e una parte del ricavato va proprio alle famiglie di questi artigiani. Ogni maschera ha un suo significato e ognuna di esse ha un nome e un utilizzo specifico. Peccato che il tempo è stato poco e di non aver potuto visitare la tribù, chissà magari un giorno...
Ho acquistate due maschere piccole,una è proprio quella della quale mi ero innamorata il primo giorno, l'altra mi ha affascinato per il suo nome. Una è un viso di indigeno contornato di orchidee e nell'altra è raffiguratoun "Diablo", una specie di guardiano. Spero mi portino un po’ di Costarica nella mia casetta a Torino.








La mia Buruca

El Diablo
 Salutiamo con un abbraccio il nostro amico irlandese che ci consiglia, per la cena un localino proprio vicino al suo negozio. Si chiama Soda Creolita, locale pulito e conveniente. Per il momento è ancora ora di pranzo e ci dirigiamo da MacDonald’s.
Abbiamo le cartoline ma non i francobolli e se pensavamo fosse una cosa semplice da trovare beh ci sbagliavamo di grosso.
Abbiamo girato la capitale in largo e in lungo e finalmente sbuchiamo davanti all’ufficio postale!
Non sono come i nostri sportellini, qui è un palazzo! Ho acquistato dei francobolli come ricordo e poi chissà, magari tra qualche anno varranno una fortuna.
Per il momento, il mio piccolo investimento mi è costato 500 colones.
Sono stanchissima, scendo da Ismala per chiedergli un asciuga capelli ma trovo Petronio, allegro ragazzo tuttofare che, gentilmente mi da (sotto cauzione) il mio secator de pelo. Questa scena mi sembra di averla già vissuta…
Qui in Costarica, gli asciuga capelli sono più rari dei diamanti…strano vero?
Doccia calda e pomeriggio sotto le coperte, tiro fuori il naso solo per la cena take away a base di riso con gamberi in una porzione abbondante. Ora va decisamente meglio.
Appoggio la testa sul cuscino e il sonno mi rapisce subito.
Buonanotte S. Josè.

17 Novembre 2008 La Fortuna


17  Novembre 2008 La Fortuna



Sveglia presto anche stamattina.
In tutto la Costarica, la gente si alza all’alba e comincia a lavorare di buona ora.
Vicino alla stanza, infatti, c’è un piccolo cantiere e non appena sorge il sole e arrivano le prime luci, gli operai iniziano a martellare, avvitare, tranciare, trapanare….
Colazione in un localino piccino visto ieri durante la passeggiata con caffè americano e un tortino al cioccolato,un po’ caruccio 4600 colones, ma il dolce era buonissimo.
Questa città è davvero bella, giardini botanici perfetti, numerose costruzioni caratteristiche, taxi completamente rossi e il Sig. Vulcano all'orizzonte!!! Mi affretto a fare gli ultimi acquisti di souvenir e dopo un pasto veloce al Burger King ci infiliamo su di un taxi e via, verso le tanto desiderate terme di Baldì.
Costo del taxi 4000 colones andata e ritorno, la contrattazione non è stata dura, e siccome il ritorno a piedi dopo una giornata alle terme rovinerebbe l'incanto, un pò di extra si possono accettare.
L' ingresso delle terme è incantevole e dopo aver pagato l’ingresso e consegnato i braccialetti  siamo entrati nella maestosa struttura.
Le terme sono splendide e le vasche enormi. Peccato però per la musica disco un po’ altina. L’acqua è caldissima e rilassarsi è un piacere.
Sembra un villaggio acquatico, vasche idromassaggio, cascate immense altre vasche hanno acqua 

calda, caldissima o fredda ghiacciata.
Tra una vasca e l’altra poi, partono dei sentierini con siepi e piante con fiori stupendi tra i quali senti e vedi svolazzare piccoli uccellini e numerosi colibrì.
Alla fine di questi sentierini, tra fontane e panchine, si arriva alla vasca più alta.
Una meraviglia, dentro l’acqua ci sono sdrai in pietra a filo d’acqua e se non fosse per il cantiere a cielo aperto, il panorama sarebbe mozzafiato.
Scendendo verso valle invece, un’altra mega vasca con due scivoli.
Ho rischiato la pelle a scender da quei cosi. Sono così ripidi che al contatto co l’acqua tra un po’ mi polverizza il costume!
La vasca che ho gradito di più è stata quella con il bancone del bar sommerso dall'acqua.
Comodamente seduta e immersa nell’acqua fino alla schiena si potevano assaporare cocktail di frutta. Un po’ troppo cari per le mie tasche e visto che il barman se ne era accorto, gentilmente mi hanno regalato una banana.
Non so bene se voleva dirmi qualcosa con quel dono, ma ho ringraziato e poi ho cambiato vasca.
La pioggia si alterna a lieve brezza ed è una vera goduria immersi nell’acqua calda.
Avrei voluto trasferirmi lì, ma dopo ben cinque ore di ammollo, ci siamo cambiati e siamo andati verso l’uscita.
Dentro la struttura termale, c’era un piccolo bazar di souvenir, un po’ caruccio come prezzi, ma ho avuto il piacere di far la conoscenza di una bravissima ragazza.
Rosybel è il suo nome, fotografa per passione, mi ha raccontato che il suo più bel soggetto da fotografare era proprio il Sig. Volcán Arenal. Mi ha promesso che tramite MSN mi manderà qualche scatto senza nuvole.
Spero di mantenere i contatti con lei è stata gentilissima, come molti in questo mio fantastico viaggio. Chiamiamo il nostro caro taxista dell’andata e ritorniamo verso la stanza. La pioggia sembra aver dato un po’ di tregua e decidiamo di andare a cenare in una pizzeria vista sul ciglio della strada principale cittadina.
Il locale si chiama Anch’io e visto il nome eravamo sicuri che la gestione fosse italiana.
Non è stato così, il titolare, Roy, ci ha raccontato di adorare la cucina italiana e il suo italiano simpatico.
La pizza buonissima ma ho esagerato con l’olio piccante e ho faticato a finirla.
Abbiamo speso quasi come in Italia 30$ a testa, ma era la nostra ultima cena prima di tornare nella capitale e allora ne valeva la pena.
Dopo cena una bella passeggiata, l’ennesima sistemazione zaino, un veloce controllo generale della stanza per non dimenticare nulla e poisprofondo in un sonno profondo.

21 gennaio 2012

16 Novembre 2008 Monteverde - La Fortuna

16 Novembre 2008 Monteverde/ La Fortuna





Questo è il maestoso Volcan Arenal che sovrasta la città.



La sveglia suona alle 06 del mattino e  dopo il solito riordino zaini esco per fare un prelievo al bancomat nella vicina S. Elena. I cavi dell’energia elettrica sono bassissimi e s’intrecciano in modo confuso tra case e locali. Il forte vento della notte ha spazzato un po’ di nubi e l’aria è frizzante. E’ quasi ora di partire alla volta di La Fortuna, colazione da Candida, ma lei non c’era e non rispondeva nessuno.
Mi è venuto in mente che forse era nel piccolo supermercato dove l’avevo vista la prima volta e, infatti, eccola lì. Saluto entrando e la chiamo, lei vedendomi scoppia a ridere e quando gli ho detto che ero sicura di trovarla lì, ride tutto il negozio. Che splendida persona e che bella allegria si respira qui. Sostanziosa colazione tipica (4500 colones),due chiacchere e un paio di abbracci, a Candida e Gaby.
Zaini pronti, sono le 8AM, il bus ci aspetta per il nostro tour jeep-bote-jeep. Praticamnete si tratta di un viaggio che comprende il primo tratto iniziale in jeep fino all'imbarco di un battello, si attraversa il Lago Arenal e subito dopo, il terzo e ultimo tratto in jeep porta fino alla città di La Fortuna, ai piedi del maestoso Volcan Arenal!
Il nostro primo autista si chiama Aicer, meno simpatico direi, il tempo non promette nulla di buono e incomincia a piovere copiosamente.
Purtroppo il nostro primo bus ha evidenti problemi di freni e la pioggia insistente non aiuta la guida. Facciamo una sosta obbligata a Tilaran, purtroppo il bus va riparato e ci vorrà del tempo, ma ci raggiunge un nuovo mezzo con un nuovo autista.
Noi nel frattempo scendiamo e ci rifugiamo in una soda El Tropique, dove approfitto per acquistare qualche piccolo souvenir. Fuori in un praticello, ci sono un paio di mucche e qualche anatra.Tutte e tre molto magre!
Scatto un paio di foto e subito dopo arriva il nostro nuovo bus. Saliamo tutti ed io chiedo se posso stare davanti. Miguel, l’autista mi dice che per lui va bene e partiamo alla volta del Lago Arenal. Guida come un folle su di una strada molto sterrata e sotto la pioggia battente tanto che lo ribattezzo Miguel Schumacher e lui scoppia a ridere. Provo a fare due foto e a cercare di documentare l’esperienza, ma ci rinuncio anche perché sembra di fare il Rally di Tilaran.
Siamo in ritardo per la partenza del battello ma Miguel è fiducioso, sorride e dice che ce la faremo.
Dopo quarantacinque minuti di montagne russe, finalmente arriviamo all’Imbarcadero del Faro. Dopo una breve sosta in un locale sul lago, ci imbarchiamo sul battello che ci porterà dall’altra sponda del lago. La navigazione del lago è tranquilla e il panorama splendido!
Tutto intorno a noi montagne verdissime e nuvole cariche d’acqua, il contrasto di tutti questi colori insieme, tolgono il fiato! In lontananza si può ammirare il famoso Volcán Arenal, dove sulla sua vetta, albergano costantemente fitte nuvole grigiastre.





Alla guida del battello ci sono Kevin e un suo amichetto. Ha solo nove anni ma è così orgoglioso di poter guidare, tutto però sotto la supervisione attenta di Carlos e dell’aiutante Mario.



Sembra che fuori ha smesso di buttare giù acqua e ne approfitto per uscire sul ponte per ammirare meglio il panorama. Tira un po’ di vento e l’aria è freddina, ma lo spettacolo che ti si presenta davanti agli occhi ti stordisce di più.
Scatto un po’ di foto e mi godo l’aria fresca sul viso, guardo indietro e ammiro la maestosità del lago e poco più su il vulcano.
Dopo cinquanta minuti di navigazione, sbarchiamo ad Arenal.
Un nuovo bus ci attende e ci porterà fino a La Fortuna.
Il nostro autista è proprio Carlos (il capitano del battello), saliamo a bordo del bus e diciamo a Carlos di lasciarci a Cabina Las Palmas.Questo posto ci è stato raccomandato da Gaby a Monteverde. Qui funziona così se vuoi ed è divertente.In pratica se chiedi un consiglio su dove dormire e mangiare, sono tutti disponibili a mandarti da conoscenti e amici e non solo i posti sono davvero affidabili e decenti, ma riesci 
anche a risparmiare qualcosa.
Arriviamo a Las Palmas e una volta visionato le Cabina scendo a dare un’occhiata. Il prezzo è 20$ a persona per due notti e il bagno è privato.... aggiudicato!
Salutiamo Carlos e prendiamo possesso della nostra nuova camera. La struttura è recente e nel portico ci sono due sedie a dondolo. La stanza è pulita e spaziosa e i letti grandi e comodi, il bagno è in ordine e la doccia calda.
La signora che gestisce è molto gentile e ci ha persino imprestato il suo ombrello, anche perché qui piove fitto. Decidiamo di andare a fare due passi per la città di La Fortuna. Splendida, ordinata e moderna, tutto intorno ci sono numerose attività commerciali, bancarelle e una grande cattedrale, dove riconosco l’immagine di Don Bosco.
Entro nella cattedrale e rimango affascinata dalla grandissima statua di Gesù Cristo che sovrasta l’altare,  c’è una pace meravigliosa qui e tutta la chiesa è ornata di fiori splendidi e colorati. La statua della Madonna con il Bambino ha un’espressione così reale che sembra ti sorrida davvero, faccio un paio di preghierine e mi godo il silenzio dei miei pensieri, fuori spunta un po’ di sole e il cuore mi si alleggerisce.


Al centro della città c'è un giardino botanico immenso con fiori stupendi e aiuole curate con precisioneimpressionante.








La fame ci assale e durante la nostra passeggiata scorgiamo un Burger King.
Menù classico (hamburger-patatine-pepsi) 1650 colones.
C’è una galleria di negozi dentro il fast food e ovviamente scatta il giro per curiosità.
I prezzi sono un po’ alti, ma i negozi molto curati e in linea con i nostri.
Al ritorno verso la camera, scorgiamo un chiosco adibito a tour operator dove conosciamo Carole. Una ragazza gentilissima e molto disponibile, alla quale chiediamo qualche info su eventuali escursioni e lei ci propone il night tour al Volcán Arenal. Approfitto della sua disponibilità per chiederle se poteva prenotarci il bus per tornare a S. José per martedì mattina. Il bus ci costa 45$ a testa e già che c’eravamo, ci siamo fatti prenotare anche dove dormire. E’ stata gentilissima perché ha chiamato lei stessa e ci ha prenotato la notte di martedì all’Hotel Hemingway di S. José.
Ci ha detto che è economico e caratteristico e che conosce i gestori e quindi di stare tranquilli. Infatti, il costo è di 45$ a notte per due persone.Torniamo in stanza a parlare con la proprietaria riguardo alle famose Terme di Baldì.
Abbiamo deciso di prenotare tramite lei l’ingresso alle terme perché riesce a farci risparmiare un pochino.
Non vedo l’ora di andarci, l’acqua utilizzata è termale e arriva direttamente dal vulcano e le vasche all’aperto ti permettono di osservarlo mentre ti rilassi nell’acqua calda. L’ingresso costa 18$ a persona per tutto il giorno e secondo me ne varrà sicuramente la pena.
In sostanza, La Fortuna è come Pompei. Una cittadina ai piedi di un vulcano per altro ancora attivo, ma la popolazione non sembra per niente preoccupata, anzi vive in simbiosi con esso e con il clima mutevole che ne comporta. Dopo aver programmato la giornata di domani, torneremo nuovamente tra le strade della città e grazie a Dio ha smesso di piovere. Incontriamo nuovamente Carole e visto che le nuvole minacciose, sembrano aver voglia di abbandonare la vetta del vulcano, ci facciamo convincere per il famoso night tour. Ci fa un pochino di sconto e ci dice la colata lavica del vulcano vista alla sera, è davvero un’esperienza unica.
Paghiamo 5000 colones a testa e torniamo in stanza a cambiarci. Prima dell’escursione andiamo a fare cena in un locale che avevamo già notato, si chiama Soda La Parada che di turistico non ha nulla, ma è tanto tanto caratteristico.
Preferisco i posti non turistici, dove puoi trovare soprattutto abitanti del posto. Credo che se impari molte più cose e che si riesca a interagire più naturalmente con il posto che si visita.
Da fuori devo ammettere, che non dava una bella impressione, ma poi una volta seduti al tavolo, ti rendi quasi conto di quanto a volte sei talmente concentrato all’aspetto esteriore delle cose che non ti rendi conto di quanto le piccole cose e le situazioni inaspettate possono arricchirti dentro e fuori.
Il locale, dicevo, è molto spartano con un grandissimo distributore di bibite, una cucina a vista sulla sala e sospeso in aria da un’incerta mensola, un vecchio televisore acceso a tutto volume. La gente intorno è del posto, tutti intenti a mangiare e a chiacchierare tra loro.
Divoriamo la nostra cena composta di casado con pollo fritto e due cerveza a 6800 colones. barato!!( economico/conveniente).
E’ quasi ora del nostro night tour, e ci incamminiamo verso il punto del nostro appuntamento. Alle 19.30 PM il nostro autista ci aspetterà davanti al chiosco per portarci al vulcano.
Arriva il nostro taxi e scende un omone sulla cinquantina sorridente e simpatico di nome Carlos. Durante il tragitto, ci fermiamo a prendere altri turisti e per tutto il tempo Carlos ci ha raccontato della sua numerosa famiglia, di sua moglie giovanissima e delle numerose belle donne che ha incontrato nella sua vita.
Piove e spero di riuscire a vedere qualcosa. Sono curiosissima e molto emozionata e dopo una ventina di minuti, imbocchiamo una stradina sterrata e ci fermiamo in prossimità di un ponticello.
Carlos ci spiega che è una fortuna essere arrivati presto e che il punto dove siamo è uno dei migliori per osservare la colata lavica.
Tutto intorno è molto buio e davanti a noi si sente dell’acqua che scroscia, sembrerebbe una cascata, davanti a noi un muro nero che doveva essere il versante del vulcano.
Carlos sostiene che il 95% dei turisti viene a Costarica per vedere la lava che scende sul fianco del vulcano, ma solo il loro 5% ha la fortuna di vederlo.
A un certo punto, parte una piccola lingua di fuoco che rotola e si spegne subito dopo.
Dietro di noi un folto gruppetto di turisti e tra questi una signora cinese che a ogni piccola macchietta arancione lei urlava e ululava….ho filmato tutto e si sente benissimo! Mamma che ridere. Il nostro appostamento dura forse un’oretta e ho avuto la fortuna di assistere a una colata lavica! Che emozione ragazzi. Tutto intorno è buio e lo scroscio della pioggia unito al profumo della foresta  ti fa sentire la vera forza della natura.
Facciamo  parte del famoso 5%!!! Che felicità!
Missione compiuta si torna verso in taxi con Carlos soddisfatto e sorridente!
Durante il viaggio di ritorno il nostro autista burlone, grida che facciamo parte del famoso 5% e tutti ridiamo ed esultiamo.Nonostante la povertà e il disagio dei giovani, si vive bene qui, la gente che incontro ha sempre il sorriso, sono sempre disponibili ad aiutarti in qualche modo.
C’è una cosa curiosa che mi riempie il cuore di gioia.
Quando entri in un negozio o in un’attività, c’è l’usanza di salutare e di aggiungere il saluto, il come stai. Ebbene, alla domanda ola, come estas….alla risposta bien y tu? Esplode con un sorriso PURAVIDA!
La vita pura, è da quando l’ho sentito la prima volta a S. José che cerco di dare un significato a questa parola. Qui è molto usata e a dire il vero mi sono abituata a usarla anch’io. Sento che il suo significato è molto più profondo di quello che si può immaginare. 
Arrivati a destinazione, ci salutiamo e dopo la foto ricordo si torna in camera per il meritato riposo. Prima di addormentarmi, un bel pensiero mi fa sorridere, domani si andrà alle terme a rilassarci un po’, è la nostra ultima escursione e poi si tornerà a S. José.
Puravida…………

17 gennaio 2012

14 Novembre 2008 S.Elena-Monteverde


14  Novembre  2008 Manuel  Antonio/ Monteverde




Sono le 7 del mattino, il nostro taxi è arrivato. L’autista si chiama Ector. Si parte e la destinazione è Monteverde. Si trova in sostanza dalla parte opposta della Costa Rica.
Ci aspettano un po’ di ore di viaggio.
Dal finestrino, guardo per l’ultima volta l’oceano e la fantastica Playa Espadilla, un posto incantevole. Addio Manuel Antonio, ricorderò la sua gente, i suoi locali caratteristici, le sue scimmiette e poi Mario, Danilo, Haddy, Arellis e la grande gioia di vivere che mi hanno regalato.
Risaliamo la costa sull’Interamericana Route 34 passando da Quepos, Parrita, Jacò, Tàrcoles...
 Dopo quasi due ore di viaggio, ci fermiamo in una soda a Limonal di nome Lo Dos Pinos (è un po' come Sanson, Motta, Algida da noi in Italia).
Il locale è gestito da una donna molto simpatica e prosperosa.
Prendo un caffè e qualche snack spendendo 6000 colones.
Dopo una pausa di quaranta minuti, si riparte ma con bus e autista diverso. Questa volta decido di sedermi accanto all’autista, Gilbert è il suo nome ed ha uno sguardo vispo e un viso simpatico.
Solo sedendo davanti patisco meno l'auto e le curve e poi voglio approfittarne per prendere qualche appunto su strada e paesini.
La strada s’inerpica e si snoda tra salite e tornanti stretti, il tutto su un fondo stradale sconnesso e pieno di buche. Il bus traballa vertiginosamente ma Gilbert rimane tranquillo, tra una sgommata e l’altra ringrazio me stessa per essermi seduta davanti, perchè altrimenti credo che sarei stata in preda alla nausea per l'intero viaggio!
Passano circa un'ora e mezza dopo una piccola pausa foto/panorama mozzafiato, arriviamo a S. Elena.
Le montagne non sono alte, anzi, ma sono coperte da una fittissima vegetazione e le vette sono nascoste da una nebbiolina altrettanto fitta. Attraversiamo il paesino di S. Elena e subito dopo scendiamo a Monteverde. Il panorama è fantastico e l'aria è fresca e frizzante.
Il bus si ferma davanti all'hotel consigliato dai due ragazzi conosciuti al Corcovado,si chiama Vista al Golfo. La struttura è in legno e nel piccolo giardino troviamo ad attenderci una giovane ragazza di nome Gaby.
Ci sorride e ci guarda con curiosità e dopo aver chiesto un paio d’informazioni sulle eventuali escursioni, ci sistemiamo in una bella stanza spaziosa con bagno in comune.Il costo è onesto, 7$ a persona e il bagno e piccolo ma molto pulito.
Posiamo gli zaini, tappa bagno e poi via per la prima escursione. Gaby ci ha sconsigliato il Parco di Monteverde perché ci sono troppi turisti e pochi animali. Il Canopy (camminata tra passerelle di legno sospese sulle cime degli alberi) non ci ispira e costa 20 $, quindi decidiamo di fare il night tour a S. Elena. Si tratta di un'escursione notturna alla ricerca di animali e insetti che di solito escono al tramonto per cacciare. Penso già ai ragni che vedrò (dicono che i loro nidi sono a terra) e già ho la pelle d'oca! L'escursione costa 17$ e mi sembra ragionevole e poi un night tour, ancora non l'abbiamo fatto. Prenotiamo anche il Tour Jeep/Bote/Jeep 25 $ per La Fortuna e Volcán Arenal, per domani e sarà l' ultima tappa di questo meraviglioso viaggio.
Per ingannare l'attesa e portarci avanti con il lavoro, andiamo a vedere la piantagione di caffè di Don Juan. Siamo in Costarica, e dove se non qui, si può visitare una piantagione di caffè?
Sono le 14.30 locali e il piccolo bus di Don Juan passa a prendere noi e altri turisti.
Ad attenderci una guida di nome Giancarlo ci accoglie dopo aver salutato tutti, ci presenta il Sig. Don Juan in persona! Un' omino dalla corporatura minuta, sempre sorridente con capelli  bianchi e un grande cappello a tesa larga.
Dopo aver fatto la foto di rito, la visita comincia con il primo processo produttivo del caffè.Giancarlo ci spiega tutta la storia del caffè, il metodo di semina, raccolta e tutte le lavorazioni necessarie per trasformare un chicco di caffè in una bevanda così diffusa.  

Germogli di caffè


Alla fine del tour, abbiamo potuto assaggiare il vero caffè della Costarica servito con una ciotola di crema di riso.  L'espresso non è male, ma in Italia lo gradisco di più. Dopo aver svaligiato il negozio di souvenir, siamo tornati in stanza a cambiarci per il night tour. Sono le 17.30 e il bus è pronto per portarci alla nostra escursione notturna. L'autista è un omone brizzolato e non mi ricordo il suo nome, ma ci porta in un angolino di foresta e ci consegna una torcia da speleologo e ci presenta la nostra guida.
Quest’ultima, Freddie, ci spiega che è importante camminare in silenzio e che     occorre fare attenzione dove si mettono piedi e mani. Ci nfiliamo per sentieri bui e silenziosi e quasi subito si mette a piovigginare. Che sfortuna! Scattare foto con poca luce e sotto la pioggia è un’impresa. Inoltre, da quando mi ha detto che le tarantole fanno i nidi per terra, sono più concentrata su dove metto i miei piedi! La vegetazione è molto fitta e si respira aria di pioggia, in lontananza si sente “sgranocchiare” tra le palme e abbassando lo sguardo e affinando la vista, si vede una piccola colonia di Mapachi. I Mapachi sono mammiferi e più precisamente dei roditori, il loro aspetto è un po' buffo e assomigliano a piccoli canguri con il musetto da castoro.
Durante il cammino in mezzo alla foresta, a destra e sinistra ho potuto osservare e fotografare una grande varietà d’insetti tra i quali, l'insetto stecco, ragni grandi e piccoli, pelosi e non, qualcuno anche un po' velenoso!







Il tour è durato due ore e mezzo e la piaggio fitta e sottile ci ha fatto compagnia per tutto il tempo.
Si respira un’aria calda qui e il clima è caldo-umido, al nostro ritorno dal tour, siamo andati direttamente a fare cena in una soda vicino alla nostra cabina.
Il locale si chiama Soda Amistad e lì abbiamo conosciuto la Signora Candida e la sua famiglia. 

Una donnona di corporatura robusta e prosperosa, infinitamente ospitale e sorridente.
E’ la stessa donna che ho incontrato stamattina nel piccolo supermercato in cima alla strada e  praticamnete il locale è anche la sua casa, ma adibisce una stanza grande per accogliere e ristorare turisti come noi. L’ambiente è molto famigliare e ti sembra di mangiare a casa di qualche parente, lei ha un mega sorriso e sembra molto divertita nel sentirci parlare l'italiano misto ad un improvvisatissimo spagnolo! Ci dice che adora l’Italia e che il suo sogno e quello di suo marito è di andare un giorno a visitare Venezia! Anche il marito ha l’aria simpatica e si ferma anche lui a fare due parole con noi. A un certo punto sentiamo un ronzio improvviso e un secondo dopo, una mega cavalletta atterra sulla spalla dell’uomo. Mamma mia che grande! Scatto subito la foto!
Poco dopo arriva anche il figlio, penso abbia quattordici anni, anche lui di corporatura robusta ma molto più timido dei suoi genitori. Siamo stravolti e fuori si è alzato un vento micidiale, salutiamo Candida e la sua famiglia e dopo aver pagato 8000 colones ci abbracciamo, ci facciamo un paio di foto e salutando usciamo dal locale per andare finalmente a riposare un po’.        
Una volta rientrati in stanza, a turno, andiamo a fare la doccia….meno male, qui è calda! Ci ho messo un po’ a capire come usciva l’acqua dal bocchettone, ma alla fine ce l’ho fatta. Che meraviglia, finalmente un po’ di calore!
Fuori sembra essersi alzato un tornado, gli spifferi dalle finestre sembrano un concerto di fischi dal vivo, ma son davvero troppo stanca e mi addormento in un secondo.
Buonanotte Monteverde, domani si riparte per La Fortuna e avrò la fortuna di vedere il Volcan Arenal! Puravida.

Manuel Antonio Gallery


Per tutti gli appassionati del surf...puravida!!!!!!!




1 gennaio 2012

Che questo nuovo anno porti a tuttivoi speranza, felicità e....perchè no, tanta tanta puravida!!!
Felice 2012 a tutti voi dal profondo del mio cuore.
Tammy

29 novembre 2011

news a breve

Carissimi compagni carissime compagne di viaggio,
due nuove pagine avventurose del mio diario sono online e a breve nuove emozionanti foto tutte per voi.
Ne approfitto per ringraziarvi tutti per esservi uniti insieme a me in quest'avventura.
Continuate a seguirmi numerosi e se avete curiosità e domande, non esitate.

Grazie di cuore
Tammy

14 Novembre 2008


14  Novembre  2008 Parque National Manuel Antonio




Niente sveglia stamattina e niente cena ieri sera.
Ieri sera siamo crollati! Incredibile, è la prima mattina che apro gli occhi alle nove!
Come sono riposata, ma anche affamata direi.
Pronti per la colazione, ci siamo solo noi. Josy ci sorride dalla reception e tra i fornelli Martury, la cuoca ci prepara uova strapazzate, riso con fagioli, pane tostato e frutta fresca.
Il caffè non si può bere, è terribile ma il the sì.
Dopo una sistemata generale a stanza e bagagli, raggiungiamo la nostra amata Arellis alla sua agenzia per prenotare un altro bus per la nostra prossima escursione.
E’ una ragazza splendida e paziente, in pratica questa è la seconda escursione che organizziamo con lei. Oggi andremo a visitare il parco di Manuel Antonio ma domani ripartiremocon destinazione Monteverde. Ci costa 45$ a testa e verrà a prenderci domani mattina alle sette un trasporto privato. Racconto l’esperienza del Corcovado e lei incuriosita e sorridente mi dice di non esserci mai stata. Che strano, io che consiglio a lei di andarci…
Fuori dall’agenzia c’è suo fratello che vende cappelli e magliette, sbaglio sempre il suo nome e lui mi corregge ridendo. Tanto il suo nome ancora adesso non lo ricordo ma tanto anche per lui credo sia la stessa cosa. Passeggiando per il centro, si vedono molti uomini che hanno alzato un po’ il gomito e si dice che giri molta droga ma nessuno t’infastidisce e ovunque guardi ci sono bancarelle di souvenir.
Che dire. puravida!
Torniamo in stanza e ci prepariamo per il tanto sospirato parco.
Fa molto caldo è l’umidità è alta. L’ingresso al parco costa 10 $ normale 20$ con la guida.
Siccome un po’ di esperienza ce la siamo fatta e il parco è facile da visitare, preferiamo l’ingresso senza guida.
Dopo aver percorso un grande canalone sterrato con a destra e a sinistra solo foresta, arriviamo a un bivio, dove sono indicati i vari sentieri da seguire. A un certo punto vedo qualcosa camminare sugli alberi. Troppo veloci, accendo la macchina fotografica e alzo lo sguardo verso le fronde degli alberi. Nulla, il male al collo è terribile, abbasso l’obiettivo e mi accorgo che un musetto curioso sporgeva tra i rami.


Mi scappa da ridere e scatto una foto a un bellissimo esemplare di mapache,abbastanza cicciotto direi, che a mia insaputa, chissà da quanto tempo era lì che osservava. Poco più avanti, una palla di pelo che si muove a rallentatore. Non ci posso credere è un bradipo!

Non ne avevo mai visto uno dal vivo e così da vicino. Che felicità, posso fotografarlo con tranquillità, è stupendo e riesco persino a vedere il suo muso mascherato. Grazie bradipo, tu si che sei un amico!
Ci infiliamo nel primo sentiero, il sendero “Cataratta”. Dopo un cammino di poco più di un chilometro, arriviamo fino a una cascata. Il cammino è un po’ faticoso per colpa del fango ma la cascata è bellissima. Piccolina ma davvero bella. Tra due massi, adagiato nell’acqua calma, c’è un grande gambero blu. 
Non ne ho mai visto uno forse solo nelle enciclopedie. Foto e via, si risale verso il prossimo sentiero. Il sentiero è poco battuto e vedo pochi animali a parte iguane e lucertole. Torniamo indietro e con la coda dell’occhio noto qualcosa di grande alla mia destra. Mi blocco, mi giro lentamente e vedo un grande rospo immobile sulle foglie davanti a quella che credo sia la tua tana. Bellissimo e lucido, chissà se lo bacio se diventa un principe. Il mio amico sostiene che il massimo che può succedermi dopo avergli dato un bacio è cadere stecchita per terra, visto le sostanze ad alta concentrazione chimica dannosa presente sulla sua pelle! Mi scappa nuovamente da ridere.Beh una foto se la merita ma è un po’ permaloso e in un batter di ciglio sparisce dentro la sua tana.Riposiamo cinque minuti e al primo bivio prendiamo il sendero “Mirador”. Passiamo sopra a un ponticello di legno e tra i rami vedo sfrecciare un uccello strano. Lo seguo a fatica, è velocissimo e si ferma poco sui tronchi. Guardo bene e scopro che è un picchio. Ha la testa rossa ed è intento a scrollarsi le piume. Gli faccio una foto o almeno ci provo. Fa un verso strano e scappa tra gli alberi.
Ora che ci penso bene, credo che assomiglia al picchio dei cartoni animati, come si chiamava…Woody Voodpaker? Mah!
Tutto intorno si sentono i suoni gutturali emessi dalle scimmie urlatrici e vi assicuro che fa venire la pelle d’oca. Decidiamo di seguire i versi per vedere se si riesce a raggiungerle.
La scalata diventa molto impegnativa e ogni tanto si vede scendere qualche turista.
Meno male che non è affollato il parco oggi, se no addio avvistamenti.
Finalmente in assoluto silenzio, riusciamo a raggiungerle.
Un’intera colonia, saranno circa 6 - 7 esemplari e con loro ci sono anche dei piccoli.



Non si potrebbe, ma per qualche metro abbandono il sentiero e provo sedermi sotto il loro albero. Purtroppo sono troppo lontane ben nascoste tra le foglie, ma ho la fortuna di vedere un piccolo che giocava tra i rami e il maschio dominante comodamente sdraiato a pancia in giù tra due rami.
Abbiamo fatto troppo rumore e forse arriva gente.
Si spostano tra un albero all’altro e in pochi minuti sparisconotra le fronde degli immensi alberi.
Che emozione però, sono molto unite tra loro e vederle così dal vivo, ti fa sembrare di essere in un documentario.
Riprendiamo il sentiero e raggiungiamo il “Mirador” ovvero il panorama che affaccia sulla scogliera. Sembrerò ripetitiva, ma è un paradiso terrestre.
C’è un buco strano in un tronco, sembra un nido e andiamo via alla svelta perché è un nido di vespe di terra. Sono molto aggressive e se attaccano insieme, possono anche uccidere una persona.
Meglio girargli alla larga, non voglio tornare a casa bucherellata!
Scendiamo nuovamente e stavolta ci dirigiamo verso il sendero “Playa Gemella”.
Peccato, forse a causa dell’alta marea, il sentiero finisce in acqua e della playa solo qualche accenno. Torniamo al bivio e lì ci aspetta il sendero “ Escondido”, il primo tratto è abbastanza praticabile, ma l’ultimo è ripidissimo e finisce anch’esso in mare.
Risaliamo a fatica pronti per l’ultima meta.
Sento un rumore venire dal sottobosco. Mi accuccio e ascolto bene. C’è qualcuno che sgranocchia qualcosa. Dal rumore forte non può essere uno scoiattolo, guardo bene e vedo una specie di grande coniglio con le orecchie corte e la testa grande. E un esemplare di Lapo ma restano lontani dai sentieri e può capitare che ogni tanto li attraversino per cercare cibo. Ancora un pò di cammino e finalmente raggiungiamo la Playa del Parque. Sicuramente più affollata ma no troppo. Qui i visitatori possono prendere il sole e fare il bagno in tranquillità. Unica accortezza? Fare attenzione a dove si mettono effetti personali come soldi chiavi e macchine fotografiche. Perché? Chiedetelo alle scimmie! Sono molto dispettose e sono attirate in pratica da tutto. Per colpa di turisti idioti che danno loro da mangiar e (qui è vietatissimo e ci sono multe molto salate), si avvicinano molto agli esseri umani e non solo rischiano di essere catturate, ma spesso prendono virus che il loro organismo non può combattere e gli alimenti offerti provocano gravi scompensi alimentari. Insomma molti devono ancora capire che in questi luoghi, l’uomo è solo ospite e in quanto tale, ha il dovere di rispettare le abitudini del padrone di casa.
Finalmente riesco a fare un bel bagno, qui la corrente è meno forte e riesco a uscire dall’acqua con il costume ancora addosso.
Troviamo un cocco per terra e decidiamo di mettere in pratica gli insegnamenti di Elia. Il risultato è catastrofico! Entrambe riusciamo a farci male con la scorza dura della noce e dopo una dura lotta però qualche pezzetto siamo riusciti a mangiarlo. Quello che avanza lo mangiano i paguri.
E’ ora di tornare indietro. Riprendiamo il cammino verso l’uscita quando dalla vegetazione spunta un’enorme iguana. I suoi colori sono diversi da quelli che ho riscontrato sugli altri esemplari. Infatti, questa ha delle parti azzurro chiaro sul suo dorso ed è veramente grande.
Il ritorno verso l’uscita è faticosissimo, abbiamo camminato su è giù per il parco dalle 13,30 alle 17 in lungo e in largo per non so quanti chilometri.
Raggiungiamo la stanza, una bella doccia fredda e dopo la solita sistemata agli zaini, scendiamo in paese per comprare qualche souvenir.
Purtroppo i soldi non mi bastano, e quindi aspettiamo il bus locale e andiamo a prelevare contante a poche fermate dopo Quepos.
Una volta tornati, ci fermiamo a chiacchierare con Jerry, lo salutiamo perché domani partiremo e a Manuel Antonio non torneremo più. Mi lascia la sua mail ed io il ricordo di pensarmi nel caso avesse bisogno di personale per la sua gelateria. Un abbraccio e poi si va a fare cena da Mario.
Raggiungiamo la mitica Soda al Parque, salutiamo Mario e il suo socio Eddy e ordiniamo due bei piattoni di pollo e pesce con contorno maxi di verdura e due birre, le solite. Mario ci propone la migliore margarina di tutto il paese. La fa lui. Come dirgli di no?
Buonissima davvero ma mi ha dato una botta alla testa…
Mario mi aveva promesso che mi avrebbe fatto la banana flambé e così tra una parola e l’altra si prepara per il momento clou della spruzzata di alcool che da gusto particolare al frutto.
Peccato però che tra un po’ finiamo flambé tutti, cucina e  Danilo compreso!
 

Che ridere ragazzi, la cucina si è illuminata a giorno e in quel momento, pure i grilli hanno smesso un secondo di cantare.
Serata splendida, coccolati fino alla fine. Spesa approssimativa 22000 colones.
Pensate che Danilo, un omino un po’ anziano, ci abbia mostrato come ricava dei grilli dalle foglie delle palme. Sono riuscita a fare un video e … puravida puravida puravida!
E' l'ora di salutare e andare. Che splendide persone, umili cortesi e infinitamente speciali.
Abbraccio tra le lacrime che trattengo a stento Mario, Danilo e Eddy e li ringrazio per tutto la gioia di vivere che mi hanno trasmesso. Non mi volto, dritta in stanza, solo il canto dei grilli nell’aria e il pensiero che domani sarò altrove e chissà quali altre sorprese ha in serbo per me questo fantastico viaggio.

Gli occhi si chiiudono ma il cuore resta acceso, ancora emozionato da tanta felicità.
Buena noce e puravida!

Viva Costarica!

Ciao a tutti! Allora già deciso dove andare in vacanza? Ma come dove? Costarica tutta la vita.... Sono tornata dopo molto tempo e scoppro...