31 ottobre 2011

10 Novembre 2008


10  Novembre 2008 Manuel Antonio


Questa mattina ho dormito più del solito! I vicini di stanza, seppur rumorosi, non sono riusciti a svegliarmi.
Grazie a Douglas, ho avuto il privilegio di dare da mangiare alle scimmie scoiattolo che popolano tutta Manuel Antonio.Infatti, sugli alberi intorno alla cabinas, vive un'allegra famiglia di queste piccole scimmiette e per chiamarle occorre fare lo stesso suono che si fa per chiamare i gatti da noi.
Douglas ci saluta e ha in mano delle banane e poco dopo dall'alto degli alberi arrivano le scimmie.
Sono bellissime e piccoline, fanno un verso tipo uno schiocco e sono molto vivaci. Ho allungato la mano e  anche se erano un pò diffidenti all'inizio, pian piano hanno preso fin troppa confidenza e siccome non avevo voglia di prendermi qualche morso ho cercato di non farmi prendere dall' emozione. Subito dopo però è arrivata un'altra scimmia, la cabe blanca o cappuccino che subito si è data da fare a scacciare le altre scoiattolo. La scimmia cappuccino è la più violenta, infatti si nutre dei piccoli delle sue simili e in più qui vengono chiamate "ladrones"!! Il motivo è facilmente intuibile, infatti sono molto abili a rubare fotocamere, portafogli, indumenti e ogni tipo di cibo.
La colazione mi aspetta e sulla strada vedo una piccola agenzia di viaggi e voglio provare a chiedere informazioni per la nostra prossima escursione al Parco del Corcovado. Un posto molto più selvatico di Manuel Antonio e Tortuguero quindi sicuramente avventuroso!!
Dopo 1000 domande alla povera Arellis (giovane ragazza proprietaria dell’agenzia), la decisione è presa! L’escursione costa 365 dollari a testa, all inclusive due notti, pasti, trasporti e ingresso al parco naturale. Si partirà domani mattina alle sette, non vedo l’ora!
Per la colazione si è fatto tardi, in una soda vicino alla spiaggia, pranziamo con 3000 colones in un ristorantino carinissimo.L’oceano oggi è incantevole, il clima ottimo per una bella caraffa di sangria da sorseggiare sullo sdraio.
Una volta sistemati sugli sdrai, chiediamo a un ragazzo inglese vicino a noi quanto aveva pagato la sangria. Benissimo niente brocca, (costa 16$), due Imperial va benissimo! A un certo punto si avvicina un ragazzo di bell’aspetto con dei volantini in mano. Lo saluto e gli chiedo se conosceva un locale carino dove fare cena e lui, con un grande sorriso mi consiglia un locale poco fuori da Manuel Antonio a poche fermate di bus,si chiama Latino Launge.
La partita di calcio improvvisata da surfisti e ragazzini si è finita e dobbiamo prenotare una stanza per il nostro ritorno dal Corcovado.
In una delle nostre passeggiate verso il parco di Manuel Antonio, abbiamo visto una cabina sul lato destro molto carina, si chiama Costa Linda,ci accoglie una ragazza che occhio e croce avrà 18-20 anni e ha già un bimbo di pochi mesi. In Costarica, sono molte le ragazze madri, le famiglie sono numerosissime e molti uomini fanno perdere le loro tracce. La stanza doppia con bagno in comune costa poco più di 20$ dollari e la sistemazione è davvero ottima.
Prendiamo il bus locale per pochi spiccioli e diciamo all’autista se può lasciarci alla fermata più vicina al locale e lui con un cenno e mezzo sorriso, dopo cinque fermate ci fa scendere.
Tutto intorno è buio ma ci sono molti turisti a piedi e dopo un po’ di salita vediamo il Latino Lounge.
Ci accoglie un uomo sulla quartina di nome John.
Il locale è deserto! Molto semplice e con musica soft di sottofondo.
I tavoli sono ben distanziati tra loro, c’è una sala molto grande con candele accese sui tavoli e un un dehor con vista sulla foresta!
Ogni tanto si sentono dei rumori dagli alberi vicini e credo che se spunta qualcosa potrei morire d’infarto. Nel locale ci sono solo uomini, affino lo sguardo, faccio una panoramica dettagliata del locale e capisco perché.
John ci porta i menù, è adorabile e gentile. Ordino casado con camarrones (gamberetti) e un’Imperial ghiacciata. A un certo punto sentiamo un verso simile a uno squittio forte…ci guardiamo intorno e scorgiamo sulla parete un enorme geco bianco!
John si siede un po’ con noi e scambiamo due parole in allegria. Gli chiedo se hanno dei dolci e lui mi consiglia la torta ala cioccolato. Mamma mia che buona! Super calorica ma ne valeva la pena. Ok il dolce ma il caffè è terribile!
Se non ricordo male, lui è americano e abita in Nicaragua e gestisce il locale suo e credo di un amico. Poi ci mostra delle foto sue e dei suoi amici. Possiede una casa bellissima ed enorme. Ci racconta piccoli aneddoti e racconti esilaranti e poi con molto piacere si presta a fare un paio di foto. La cena ci costa 15000 colones. E’ ora dei saluti, dopo un abbraccio stretto, ringrazio e saluto John con un bel puravida.
Visto la cena abbondante, si torna a piedi giù per i tornanti ripidi.
Nell’aria si sente della musica suonata dal vivo, man mano che scendiamo, si sente sempre più forte. Dietro ad una curva, riesco a capire da dove arriva. E’ un locale pittoresco e affollato. Molto bello, ma proseguiamo perché sono stanchissima.
A ogni tornante ci sono un locale diverso e turisti a passeggio. Raggiungiamo un locale che avevamo già visto dal bus, si chiama El Aviòn. E’ affollatissimo! Si tratta di un vero aeroplano, dove all’interno è stato ricavato questo pub molto caratteristico. Sulla Lonely Planet, ho letto la sua storia, davvero interessante.
Bellissimo locale, ma dopo un breve sbirciatina continuiamo la nostra discesa verso la nostra stanza.
Poco più giù c’è il Restaurant Gato Negro, è enorme e da fuori non si riesce a vedere il suo interno visto che è protetto da un enorme muraglione bianco con la scritta nera. Mi faccio fare una foto davanti alla scritta e la dedico al mio micione nero!
Dopo tre chilometri di discesa, arriviamo a valle e devo dire che mi ha aiutato a digerire.
Uno sguardo veloce alla Lonely e poi nanna. Domani mi aspetterà un nuovo viaggio…non vedo l’ora!Buonanotte mondo!! 









30 ottobre 2011





Manuel Antonio, in compagnia di Danilo e dei suoi "grilli "......... da guardare!!!

09 Novembre 2008

09  Novembre  2008 Manuel Antonio



Risveglio facile, colazione super e alle 7.30 arriva il nostro pulmino. Un saluto ai proprietari dell’hotel e si sale a bordo destinazione Manuel Antonio. L’autista del bus è belloccio, sulla quarantina, sguardo duro ma secondo me con il cuore tenero. Il suo nome? Erminio.
Circa a metà strada, facciamo una sosta pipì/souvenir in una classica “soda” a bordo strada con mille cose appese fuori dove ne approfitto per chiedere a Erminio un paio d’informazioni sul parco di Manuel Antonio e su eventuali cabinas economiche dove dormire. Il mio spagnolo è imbarazzante ma lui è molto gentile e mi dice che domani il parco sarà chiuso e che cabina Ramirez è il posto meno caro ma anche meno bello di tutto Manuel Antonio! Puravida ragazzi…puravida.
Si ritorna a bordo e dopo una mezz’oretta, davanti a noi un grande ponte e in lontananza altri bus turistici fermi a bordo strada.
L’autista ci spiega che sotto il ponte passa un grande Rio e che sulle sue sponde si possono ammirare dei gigantisti coccodrilli.
Ci chiede se vogliamo scendere a fare due foto ed io, ovviamente, ero già scesa!
Bisogna camminare stretti e a fila indiana perché il ponte è molto trafficato e le macchine sfrecciano velocissime.A metà ponte, guardo sotto e vedo, tranquillamente accucciati, almeno sette coccodrilli giganteschi,uno ha la bocca aperta e credo che dentro ci stia comodamente un uomo sdraiato.
 Risalgo sul bus e via verso Manuel Antonio. Niente più soste, ma dal mio finestrino mi godo il paesaggio. dopo un paio d'ore di viaggio, intravedo l’oceano e capisco che manca poco all'arrivo! Come faccio a saperlo? Lo so perchè Manuel Antonio è sull' Oceano Atlantico dalla costa opposta a quella del Tortughero. Dicono sia la "baia dei surfisti"......non vedo l'ora!
Il viaggio dura circa tre ore e mezzo. Sono le 11,30 e il bus ci lascia davanti alla Cabina Ramirez. Ciao Erminio, grazie e puravida.
Il mio sguardo è fisso su quel tetto di foglie e sull’insegna che dice, “AMA TODO NO ODIA NADA”. La mia prima impressione? Caratteristico! La seconda? Scappiamo!Scendiamo verso quella che dovrebbe essere la reception e lì incontriamo un signore (credo il Sig. Ramirez) e una donna formosa che credo sia la cuoca.Ci guardano entrambe con un gran punto interrogativo sulla faccia.Ebbene, con un sorriso enigmatico, ci spiega che non ha nessuna prenotazione da S. José a nostro nome. Puravida!Dopo una breve ma intensa trattativa, ci offre per soli 40$ una stanza con quattro posti letto e senza aria condizionata.Vediamo la stanza, "caratteristica " e spartana, il pezzo 
forte? La doccia!!
La stanza non sarà 5 stelle ma va bene, affare fatto. Quel tesoro di signore però, forse si è dimenticato di dirci che la doccia (un tubo che sporge dal muro) è fredda!
Ormai siamo abbastanza temprati, due risate e via. Il malumore ci passa una volta vista la spiaggia.
Che spettacolo, l’oceano!Ci sono onde alte che si infrangono sul bagno asciuga e non c'è tanta gente.Tutto intorno, palme e sabbia finissima!
Come tanto sperato, ecco i surfisti e la distanza tra noi e la puravida è sempre più breve!
C’è un chioschetto sulla spiaggia e decidiamo di ordinare qualcosa da mettere sotto i denti.
Pranziamo con il piatto tipico locale (sempre casado) a base di pollo e verdure accompagnato da una bella Imperial ghiacciata alla modica cifra di 6 dollari a testa.
Molto caro direi ma la spiaggia è davvero troppo bella.
Si torna in “stanza”, bikini e via di nuovo verso la playa.
L’acqua è tiepida e la spiaggia è immensa e poco affollata, nonostante sia domenica.
Il clima è umido e ventilato e il sole è caldo ma non lo senti tanto sulla pelle.
Una bella passeggiata è quello che ci vuole per abituarsi al nuovo clima.
In lontananza, un gruppo di persone è fermo a osservare qualcosa sulla riva della spiaggia.
Li raggiungiamo, ho pensato fosse qualche animale trasportato dalla corrente, ma mi sbagliavo.
Era il cadavere di un uomo!
La gente gli stava vicino come nulla fosse e dei bambini scherzavano tra loro facendo cenni di orrore con le mani.
Arriva la polizia e noi passiamo al largo e continuiamo la nostra passeggiata fino agli scogli.
Più la spiaggia si fa isolata e più le persone che la frequentano cambiano aspetto.
Forse mi sono fatta un po’ condizionare da quello che ho visto, ma, meglio tornare indietro.
Decido di fare un bagno ma le onde sono altissime e la risacca a riva è talmente forte che rischio di uscire dall’acqua senza costume.
Nel pub di fronte alla spiaggia, facciamo due chiacchiere con un ragazzo spagnolo di Barcellona che ora lavora lì dopo avergli raccontato l'avventura della spiaggia ci racconta che lì è normale sentire e vedere certe cose, infatti al largo ci sono i “pirati”, delinquenti che attaccano le barche dei pescatori e le derubano. Qualche volta però ci scappa il morto.
In paese non si parla d’altro, secondo alcune indiscrezioni, l’uomo ritrovato sulla spiaggia era morto da un paio di giorni e la corrente lo aveva poi lasciato a riva.
Torniamo in stanza e lì incontriamo Douglas, il gestore della cabina e gli raccontiamo subito quello che avevamo visto. Lui ci dice che i morti sono due, uno bianco e uno nero.
Pazzesco! Decidiamo che forse la pesca d’altura non lo andiamo a fare.
Dopo una bella doccia fredda, torniamo in paese e tra una bancarella e l’altra, passiamo davanti a vari ristoranti ma uno solo ci ispira come posto e prezzi, si chiama Rio de Mar.
Tavoli con vista mare e in sottofondo musica soft di Sade.
Molto grazioso, cena con totani fritti e contorno di broccoli, carote e purè di patate accompagnati da una cerveza servita a lume di candela servita dalla Signora Sara spendendo  28 dollari in tutto.
A un certo punto, vedo dietro al nostro tavolo, un ragazzo giapponese che stamattina ha fatto il viaggio in bus con noi.
Si chiama Taka, ragazzo educato e umile, ci saluta con un sorriso e ci raggiunge.
Passiamo la serata insieme e conosciamo un italiano che ha aperto una gelateria lì a Manuel Antonio. Il gelataio Jerry!! A un certo punto Taka vede una ragazza cinese e mi fa capire che gli interessa ma mi spiega che è troppo timido perché si avvicinino.
Io gli sorrido e cerco di fargli capire che è un bel ragazzo e che se si avvicina con un sorriso, non può fallire! Ascolta il mio consiglio e lei, secondo me, è pure interessata.
Si è fatto tardi, sono distrutta, salutiamo tutti e andiamo a dormire, domani parco chiuso = spiaggia e mare todo el dia!!!!!!!!!! puravida
Veranda con vista oceano e foresta
Serratura di sicurezza
                                                                                                                                                                                                                 

                   

                                                                                                        




26 ottobre 2011

8 Novembre 2008


08  Novembre  2008 S. José


Finalmente ho dormito, il letto scricchiolava un po’ ma la stanchezza del ritorno dal Tortuguero questa volta ha vinto. Dopo il risveglio, la colazione ci aspetta.
Davvero buona, uova strapazzate, pane tostato, frutta e marmellata. Il caffè? Questa volta buono ed io faccio bis. Decidiamo di fermarci un’altra notte per organizzarci meglio le escursioni e la seconda notte ce la fa pagare di meno. Dopo aver contrattato un pochino, riusciamo a pagare le due notti 61$.Si torna in camera e dopo la solita capatina in bagno, decidiamo di andare a vedere il “mariposario di s. José”.Dopo aver attraversato il centro a piedi, arriviamo in periferia e il paesaggio cambia visibilmente. Sembra tutto più industriale, poche case e la strada sono più larghe e dopo meno di un’ora raggiungiamo la nostra meta. Da fuori sembra una fregatura ma una volta entrati….cambio idea.L’entrata costa 1500 colones a testa.

 









Ad accoglierci una ragazza sorridente che ci spiega cosa vedremo all’interno del capannone a cielo aperto. Come posto è piccolino, ma non ho mai visto tante farfalle così da vicino e così belle.
In pratica una parte di questo centro è chiusa da delle reti e il resto è un piccolo parchetto, dove puoi fermarti a osservare la natura a due passi dalla città. Dopo la passeggiata tra le farfalle, torniamo a piedi verso il centro di S. José e una volta arrivati, siamo andati alla ricerca di un negozio che vendeva sigarette. Qui un pacchetto di Marlboro light costa 800 colones, quasi 2$. Dopo un giretto al supermercato locale (automercato), cerchiamo un posto, dove pranzare. Mentre ci dirigiamo al Mac Donald’s, vediamo alla nostra destra un localino molto caratteristico con interni rustici con il nome di Rostipollo. Al suo interno, oltre la particolare accoglienza, c’è un grande forno a legna, dove cucinano i polli allo spiedo. Il locale è molto spazioso, c’è molta gente ben vestita e soprattutto molti impiegati d’ufficio. Nel menù moltissimi piatti a base di pollo, dalle insalate ai sandwich, intero allo spiedo e persino le lasagne!Io decido per un panino al pollo e contorno di patate con piccolo extra di guacamole.Tutto davvero buono, accompagnato dalle coccole di Varicella, ragazza educata e simpatica che ci ha spiegato ben bene come funziona il locale. Con mia infinita gioia, la proprietaria mi ha concesso un’unica foto a quello spettacolare forno ripieno di polli! Abbiamo speso sugli 8 $ a testa e ne è valsa la pena. A spasso di nuovo nel centro della capitale, si decide di andare a vedere se la Cattedrale de S. José è aperta .Appena entrati un altare veramente imponente e a lato delle navate una via Crucis toccante. Qui in Costarica sono molto credenti, le statue sono tutte ornate di fiori e le vetrate sono bellissime e sembrano quadri illuminati e in alto gli affreschi riempono  i soffitti altissimi. Nella piccola cappella a lato della navata, stanno celebrando la messa, niente foto per non disturbare, entro, faccio due preghiere ed esco con il cuore più leggero.
 




La pace della cattedrale è interrotta al suo esterno, dall'incessante traffico cittadino e sopra la mia testa nuvoloni scurissimi esubito incomincia a piovere.
Anche la pioggia qui è diversa. Infatti, è così fitta e leggera che neanche la senti.
In giro tra le strade della capitale, ho notato che ogni negozio ha la sua guardia armata. Hanno tutti dei manganelli “consumati” e pistole grandi. Mah. Ci sarà da preoccuparsi?

Sento grida roche arrivare dall’alto, alzo lo sguardo e vedo decine di pappagalli sul cornicione della chiesa e altrettanti gruppetti rumorosi su di un albero nel parco di fronte. Incredibile, noi abbiamo i piccioni e i passerotti, loro i pappagalli!
Tra una pozzanghera e l’altra, si torna in Hotel per vedere se domani riusciremo ad andare al Parco di Manuel Antonio.
Un po’ umidicci, alla reception dell’hotel c’è un ragazzo giovane e volenteroso (soprattutto dopo la mancia) che con la modica cifra di 35 $ a testa, ci trova un trasporto privato per Manuel Antonio. L’agenzia con la quale siamo andati al Tortuguero, ci aveva consigliato una cabina (struttura tipo bed&brekfast) economica e sicura nel caso avessimo visitato Manuel Antonio.
Ebbene, il suo nome è Cabina Ramirez e visto che il nostro ragazzo dell’hotel era così disponibile, gli abbiamo chiesto se poteva chiamare lui e prenotarci una notte lì. Al momento della prenotazione però ci costa 26$ e non dieci come aveva detto l’agenzia….
Scatta il PURAVIDA, domani si vedrà. Dopo una bella doccia e riordino zaini, ceniamo nel locale consigliati dall'Hotel. Si chiama EL MUNDO. Comodo direi, è proprio di fronte e fanno la pizza.
Come locale niente male, molto moderno e con clienti giovanissimi. La pizza però….ma il tiramisù divino! Cena e servizio 30$. Domani la sveglia sarà puntata alle 6 AM colazione via verso l’oceano, via verso Manuel Antonio, a visitare il parco e a goderci un po’ di sole e di mare.

Viva Costarica!

Ciao a tutti! Allora già deciso dove andare in vacanza? Ma come dove? Costarica tutta la vita.... Sono tornata dopo molto tempo e scoppro...