17 gennaio 2012

14 Novembre 2008 S.Elena-Monteverde


14  Novembre  2008 Manuel  Antonio/ Monteverde




Sono le 7 del mattino, il nostro taxi è arrivato. L’autista si chiama Ector. Si parte e la destinazione è Monteverde. Si trova in sostanza dalla parte opposta della Costa Rica.
Ci aspettano un po’ di ore di viaggio.
Dal finestrino, guardo per l’ultima volta l’oceano e la fantastica Playa Espadilla, un posto incantevole. Addio Manuel Antonio, ricorderò la sua gente, i suoi locali caratteristici, le sue scimmiette e poi Mario, Danilo, Haddy, Arellis e la grande gioia di vivere che mi hanno regalato.
Risaliamo la costa sull’Interamericana Route 34 passando da Quepos, Parrita, Jacò, Tàrcoles...
 Dopo quasi due ore di viaggio, ci fermiamo in una soda a Limonal di nome Lo Dos Pinos (è un po' come Sanson, Motta, Algida da noi in Italia).
Il locale è gestito da una donna molto simpatica e prosperosa.
Prendo un caffè e qualche snack spendendo 6000 colones.
Dopo una pausa di quaranta minuti, si riparte ma con bus e autista diverso. Questa volta decido di sedermi accanto all’autista, Gilbert è il suo nome ed ha uno sguardo vispo e un viso simpatico.
Solo sedendo davanti patisco meno l'auto e le curve e poi voglio approfittarne per prendere qualche appunto su strada e paesini.
La strada s’inerpica e si snoda tra salite e tornanti stretti, il tutto su un fondo stradale sconnesso e pieno di buche. Il bus traballa vertiginosamente ma Gilbert rimane tranquillo, tra una sgommata e l’altra ringrazio me stessa per essermi seduta davanti, perchè altrimenti credo che sarei stata in preda alla nausea per l'intero viaggio!
Passano circa un'ora e mezza dopo una piccola pausa foto/panorama mozzafiato, arriviamo a S. Elena.
Le montagne non sono alte, anzi, ma sono coperte da una fittissima vegetazione e le vette sono nascoste da una nebbiolina altrettanto fitta. Attraversiamo il paesino di S. Elena e subito dopo scendiamo a Monteverde. Il panorama è fantastico e l'aria è fresca e frizzante.
Il bus si ferma davanti all'hotel consigliato dai due ragazzi conosciuti al Corcovado,si chiama Vista al Golfo. La struttura è in legno e nel piccolo giardino troviamo ad attenderci una giovane ragazza di nome Gaby.
Ci sorride e ci guarda con curiosità e dopo aver chiesto un paio d’informazioni sulle eventuali escursioni, ci sistemiamo in una bella stanza spaziosa con bagno in comune.Il costo è onesto, 7$ a persona e il bagno e piccolo ma molto pulito.
Posiamo gli zaini, tappa bagno e poi via per la prima escursione. Gaby ci ha sconsigliato il Parco di Monteverde perché ci sono troppi turisti e pochi animali. Il Canopy (camminata tra passerelle di legno sospese sulle cime degli alberi) non ci ispira e costa 20 $, quindi decidiamo di fare il night tour a S. Elena. Si tratta di un'escursione notturna alla ricerca di animali e insetti che di solito escono al tramonto per cacciare. Penso già ai ragni che vedrò (dicono che i loro nidi sono a terra) e già ho la pelle d'oca! L'escursione costa 17$ e mi sembra ragionevole e poi un night tour, ancora non l'abbiamo fatto. Prenotiamo anche il Tour Jeep/Bote/Jeep 25 $ per La Fortuna e Volcán Arenal, per domani e sarà l' ultima tappa di questo meraviglioso viaggio.
Per ingannare l'attesa e portarci avanti con il lavoro, andiamo a vedere la piantagione di caffè di Don Juan. Siamo in Costarica, e dove se non qui, si può visitare una piantagione di caffè?
Sono le 14.30 locali e il piccolo bus di Don Juan passa a prendere noi e altri turisti.
Ad attenderci una guida di nome Giancarlo ci accoglie dopo aver salutato tutti, ci presenta il Sig. Don Juan in persona! Un' omino dalla corporatura minuta, sempre sorridente con capelli  bianchi e un grande cappello a tesa larga.
Dopo aver fatto la foto di rito, la visita comincia con il primo processo produttivo del caffè.Giancarlo ci spiega tutta la storia del caffè, il metodo di semina, raccolta e tutte le lavorazioni necessarie per trasformare un chicco di caffè in una bevanda così diffusa.  

Germogli di caffè


Alla fine del tour, abbiamo potuto assaggiare il vero caffè della Costarica servito con una ciotola di crema di riso.  L'espresso non è male, ma in Italia lo gradisco di più. Dopo aver svaligiato il negozio di souvenir, siamo tornati in stanza a cambiarci per il night tour. Sono le 17.30 e il bus è pronto per portarci alla nostra escursione notturna. L'autista è un omone brizzolato e non mi ricordo il suo nome, ma ci porta in un angolino di foresta e ci consegna una torcia da speleologo e ci presenta la nostra guida.
Quest’ultima, Freddie, ci spiega che è importante camminare in silenzio e che     occorre fare attenzione dove si mettono piedi e mani. Ci nfiliamo per sentieri bui e silenziosi e quasi subito si mette a piovigginare. Che sfortuna! Scattare foto con poca luce e sotto la pioggia è un’impresa. Inoltre, da quando mi ha detto che le tarantole fanno i nidi per terra, sono più concentrata su dove metto i miei piedi! La vegetazione è molto fitta e si respira aria di pioggia, in lontananza si sente “sgranocchiare” tra le palme e abbassando lo sguardo e affinando la vista, si vede una piccola colonia di Mapachi. I Mapachi sono mammiferi e più precisamente dei roditori, il loro aspetto è un po' buffo e assomigliano a piccoli canguri con il musetto da castoro.
Durante il cammino in mezzo alla foresta, a destra e sinistra ho potuto osservare e fotografare una grande varietà d’insetti tra i quali, l'insetto stecco, ragni grandi e piccoli, pelosi e non, qualcuno anche un po' velenoso!







Il tour è durato due ore e mezzo e la piaggio fitta e sottile ci ha fatto compagnia per tutto il tempo.
Si respira un’aria calda qui e il clima è caldo-umido, al nostro ritorno dal tour, siamo andati direttamente a fare cena in una soda vicino alla nostra cabina.
Il locale si chiama Soda Amistad e lì abbiamo conosciuto la Signora Candida e la sua famiglia. 

Una donnona di corporatura robusta e prosperosa, infinitamente ospitale e sorridente.
E’ la stessa donna che ho incontrato stamattina nel piccolo supermercato in cima alla strada e  praticamnete il locale è anche la sua casa, ma adibisce una stanza grande per accogliere e ristorare turisti come noi. L’ambiente è molto famigliare e ti sembra di mangiare a casa di qualche parente, lei ha un mega sorriso e sembra molto divertita nel sentirci parlare l'italiano misto ad un improvvisatissimo spagnolo! Ci dice che adora l’Italia e che il suo sogno e quello di suo marito è di andare un giorno a visitare Venezia! Anche il marito ha l’aria simpatica e si ferma anche lui a fare due parole con noi. A un certo punto sentiamo un ronzio improvviso e un secondo dopo, una mega cavalletta atterra sulla spalla dell’uomo. Mamma mia che grande! Scatto subito la foto!
Poco dopo arriva anche il figlio, penso abbia quattordici anni, anche lui di corporatura robusta ma molto più timido dei suoi genitori. Siamo stravolti e fuori si è alzato un vento micidiale, salutiamo Candida e la sua famiglia e dopo aver pagato 8000 colones ci abbracciamo, ci facciamo un paio di foto e salutando usciamo dal locale per andare finalmente a riposare un po’.        
Una volta rientrati in stanza, a turno, andiamo a fare la doccia….meno male, qui è calda! Ci ho messo un po’ a capire come usciva l’acqua dal bocchettone, ma alla fine ce l’ho fatta. Che meraviglia, finalmente un po’ di calore!
Fuori sembra essersi alzato un tornado, gli spifferi dalle finestre sembrano un concerto di fischi dal vivo, ma son davvero troppo stanca e mi addormento in un secondo.
Buonanotte Monteverde, domani si riparte per La Fortuna e avrò la fortuna di vedere il Volcan Arenal! Puravida.

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