29 novembre 2011

14 Novembre 2008


14  Novembre  2008 Parque National Manuel Antonio




Niente sveglia stamattina e niente cena ieri sera.
Ieri sera siamo crollati! Incredibile, è la prima mattina che apro gli occhi alle nove!
Come sono riposata, ma anche affamata direi.
Pronti per la colazione, ci siamo solo noi. Josy ci sorride dalla reception e tra i fornelli Martury, la cuoca ci prepara uova strapazzate, riso con fagioli, pane tostato e frutta fresca.
Il caffè non si può bere, è terribile ma il the sì.
Dopo una sistemata generale a stanza e bagagli, raggiungiamo la nostra amata Arellis alla sua agenzia per prenotare un altro bus per la nostra prossima escursione.
E’ una ragazza splendida e paziente, in pratica questa è la seconda escursione che organizziamo con lei. Oggi andremo a visitare il parco di Manuel Antonio ma domani ripartiremocon destinazione Monteverde. Ci costa 45$ a testa e verrà a prenderci domani mattina alle sette un trasporto privato. Racconto l’esperienza del Corcovado e lei incuriosita e sorridente mi dice di non esserci mai stata. Che strano, io che consiglio a lei di andarci…
Fuori dall’agenzia c’è suo fratello che vende cappelli e magliette, sbaglio sempre il suo nome e lui mi corregge ridendo. Tanto il suo nome ancora adesso non lo ricordo ma tanto anche per lui credo sia la stessa cosa. Passeggiando per il centro, si vedono molti uomini che hanno alzato un po’ il gomito e si dice che giri molta droga ma nessuno t’infastidisce e ovunque guardi ci sono bancarelle di souvenir.
Che dire. puravida!
Torniamo in stanza e ci prepariamo per il tanto sospirato parco.
Fa molto caldo è l’umidità è alta. L’ingresso al parco costa 10 $ normale 20$ con la guida.
Siccome un po’ di esperienza ce la siamo fatta e il parco è facile da visitare, preferiamo l’ingresso senza guida.
Dopo aver percorso un grande canalone sterrato con a destra e a sinistra solo foresta, arriviamo a un bivio, dove sono indicati i vari sentieri da seguire. A un certo punto vedo qualcosa camminare sugli alberi. Troppo veloci, accendo la macchina fotografica e alzo lo sguardo verso le fronde degli alberi. Nulla, il male al collo è terribile, abbasso l’obiettivo e mi accorgo che un musetto curioso sporgeva tra i rami.


Mi scappa da ridere e scatto una foto a un bellissimo esemplare di mapache,abbastanza cicciotto direi, che a mia insaputa, chissà da quanto tempo era lì che osservava. Poco più avanti, una palla di pelo che si muove a rallentatore. Non ci posso credere è un bradipo!

Non ne avevo mai visto uno dal vivo e così da vicino. Che felicità, posso fotografarlo con tranquillità, è stupendo e riesco persino a vedere il suo muso mascherato. Grazie bradipo, tu si che sei un amico!
Ci infiliamo nel primo sentiero, il sendero “Cataratta”. Dopo un cammino di poco più di un chilometro, arriviamo fino a una cascata. Il cammino è un po’ faticoso per colpa del fango ma la cascata è bellissima. Piccolina ma davvero bella. Tra due massi, adagiato nell’acqua calma, c’è un grande gambero blu. 
Non ne ho mai visto uno forse solo nelle enciclopedie. Foto e via, si risale verso il prossimo sentiero. Il sentiero è poco battuto e vedo pochi animali a parte iguane e lucertole. Torniamo indietro e con la coda dell’occhio noto qualcosa di grande alla mia destra. Mi blocco, mi giro lentamente e vedo un grande rospo immobile sulle foglie davanti a quella che credo sia la tua tana. Bellissimo e lucido, chissà se lo bacio se diventa un principe. Il mio amico sostiene che il massimo che può succedermi dopo avergli dato un bacio è cadere stecchita per terra, visto le sostanze ad alta concentrazione chimica dannosa presente sulla sua pelle! Mi scappa nuovamente da ridere.Beh una foto se la merita ma è un po’ permaloso e in un batter di ciglio sparisce dentro la sua tana.Riposiamo cinque minuti e al primo bivio prendiamo il sendero “Mirador”. Passiamo sopra a un ponticello di legno e tra i rami vedo sfrecciare un uccello strano. Lo seguo a fatica, è velocissimo e si ferma poco sui tronchi. Guardo bene e scopro che è un picchio. Ha la testa rossa ed è intento a scrollarsi le piume. Gli faccio una foto o almeno ci provo. Fa un verso strano e scappa tra gli alberi.
Ora che ci penso bene, credo che assomiglia al picchio dei cartoni animati, come si chiamava…Woody Voodpaker? Mah!
Tutto intorno si sentono i suoni gutturali emessi dalle scimmie urlatrici e vi assicuro che fa venire la pelle d’oca. Decidiamo di seguire i versi per vedere se si riesce a raggiungerle.
La scalata diventa molto impegnativa e ogni tanto si vede scendere qualche turista.
Meno male che non è affollato il parco oggi, se no addio avvistamenti.
Finalmente in assoluto silenzio, riusciamo a raggiungerle.
Un’intera colonia, saranno circa 6 - 7 esemplari e con loro ci sono anche dei piccoli.



Non si potrebbe, ma per qualche metro abbandono il sentiero e provo sedermi sotto il loro albero. Purtroppo sono troppo lontane ben nascoste tra le foglie, ma ho la fortuna di vedere un piccolo che giocava tra i rami e il maschio dominante comodamente sdraiato a pancia in giù tra due rami.
Abbiamo fatto troppo rumore e forse arriva gente.
Si spostano tra un albero all’altro e in pochi minuti sparisconotra le fronde degli immensi alberi.
Che emozione però, sono molto unite tra loro e vederle così dal vivo, ti fa sembrare di essere in un documentario.
Riprendiamo il sentiero e raggiungiamo il “Mirador” ovvero il panorama che affaccia sulla scogliera. Sembrerò ripetitiva, ma è un paradiso terrestre.
C’è un buco strano in un tronco, sembra un nido e andiamo via alla svelta perché è un nido di vespe di terra. Sono molto aggressive e se attaccano insieme, possono anche uccidere una persona.
Meglio girargli alla larga, non voglio tornare a casa bucherellata!
Scendiamo nuovamente e stavolta ci dirigiamo verso il sendero “Playa Gemella”.
Peccato, forse a causa dell’alta marea, il sentiero finisce in acqua e della playa solo qualche accenno. Torniamo al bivio e lì ci aspetta il sendero “ Escondido”, il primo tratto è abbastanza praticabile, ma l’ultimo è ripidissimo e finisce anch’esso in mare.
Risaliamo a fatica pronti per l’ultima meta.
Sento un rumore venire dal sottobosco. Mi accuccio e ascolto bene. C’è qualcuno che sgranocchia qualcosa. Dal rumore forte non può essere uno scoiattolo, guardo bene e vedo una specie di grande coniglio con le orecchie corte e la testa grande. E un esemplare di Lapo ma restano lontani dai sentieri e può capitare che ogni tanto li attraversino per cercare cibo. Ancora un pò di cammino e finalmente raggiungiamo la Playa del Parque. Sicuramente più affollata ma no troppo. Qui i visitatori possono prendere il sole e fare il bagno in tranquillità. Unica accortezza? Fare attenzione a dove si mettono effetti personali come soldi chiavi e macchine fotografiche. Perché? Chiedetelo alle scimmie! Sono molto dispettose e sono attirate in pratica da tutto. Per colpa di turisti idioti che danno loro da mangiar e (qui è vietatissimo e ci sono multe molto salate), si avvicinano molto agli esseri umani e non solo rischiano di essere catturate, ma spesso prendono virus che il loro organismo non può combattere e gli alimenti offerti provocano gravi scompensi alimentari. Insomma molti devono ancora capire che in questi luoghi, l’uomo è solo ospite e in quanto tale, ha il dovere di rispettare le abitudini del padrone di casa.
Finalmente riesco a fare un bel bagno, qui la corrente è meno forte e riesco a uscire dall’acqua con il costume ancora addosso.
Troviamo un cocco per terra e decidiamo di mettere in pratica gli insegnamenti di Elia. Il risultato è catastrofico! Entrambe riusciamo a farci male con la scorza dura della noce e dopo una dura lotta però qualche pezzetto siamo riusciti a mangiarlo. Quello che avanza lo mangiano i paguri.
E’ ora di tornare indietro. Riprendiamo il cammino verso l’uscita quando dalla vegetazione spunta un’enorme iguana. I suoi colori sono diversi da quelli che ho riscontrato sugli altri esemplari. Infatti, questa ha delle parti azzurro chiaro sul suo dorso ed è veramente grande.
Il ritorno verso l’uscita è faticosissimo, abbiamo camminato su è giù per il parco dalle 13,30 alle 17 in lungo e in largo per non so quanti chilometri.
Raggiungiamo la stanza, una bella doccia fredda e dopo la solita sistemata agli zaini, scendiamo in paese per comprare qualche souvenir.
Purtroppo i soldi non mi bastano, e quindi aspettiamo il bus locale e andiamo a prelevare contante a poche fermate dopo Quepos.
Una volta tornati, ci fermiamo a chiacchierare con Jerry, lo salutiamo perché domani partiremo e a Manuel Antonio non torneremo più. Mi lascia la sua mail ed io il ricordo di pensarmi nel caso avesse bisogno di personale per la sua gelateria. Un abbraccio e poi si va a fare cena da Mario.
Raggiungiamo la mitica Soda al Parque, salutiamo Mario e il suo socio Eddy e ordiniamo due bei piattoni di pollo e pesce con contorno maxi di verdura e due birre, le solite. Mario ci propone la migliore margarina di tutto il paese. La fa lui. Come dirgli di no?
Buonissima davvero ma mi ha dato una botta alla testa…
Mario mi aveva promesso che mi avrebbe fatto la banana flambé e così tra una parola e l’altra si prepara per il momento clou della spruzzata di alcool che da gusto particolare al frutto.
Peccato però che tra un po’ finiamo flambé tutti, cucina e  Danilo compreso!
 

Che ridere ragazzi, la cucina si è illuminata a giorno e in quel momento, pure i grilli hanno smesso un secondo di cantare.
Serata splendida, coccolati fino alla fine. Spesa approssimativa 22000 colones.
Pensate che Danilo, un omino un po’ anziano, ci abbia mostrato come ricava dei grilli dalle foglie delle palme. Sono riuscita a fare un video e … puravida puravida puravida!
E' l'ora di salutare e andare. Che splendide persone, umili cortesi e infinitamente speciali.
Abbraccio tra le lacrime che trattengo a stento Mario, Danilo e Eddy e li ringrazio per tutto la gioia di vivere che mi hanno trasmesso. Non mi volto, dritta in stanza, solo il canto dei grilli nell’aria e il pensiero che domani sarò altrove e chissà quali altre sorprese ha in serbo per me questo fantastico viaggio.

Gli occhi si chiiudono ma il cuore resta acceso, ancora emozionato da tanta felicità.
Buena noce e puravida!

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