12 Novembre
2008 Parque Naciònal Corcovado
Sono le 5,45 del mattino e la
sveglia mi dice che è ora di alzarsi.
Penso, che felicità
lasciare gli zaini in stanza!
Colazione veloce e poi
via verso la spiaggia per imbarcarci. Come previsto, siamo
io, Luca, Javier e Katerina.Una volta raggiunta la
spiaggia, una ragazza con abbigliamento alla Rambo e dal sorriso simpatico ci
accoglie con un bueno dia.
Si chiama Elia e sarà
la nostra guida per tutta l’escursione. Il “bote” ci aspetta, saliamo e subito
partiamo in balia delle onde dell’oceano. Spero di tenere la colazione dove
l’ho messa…
Dopo quaranta minuti
circa di navigazione, scendiamo nuovamente sulla spiaggia e raggiungiamola
stazione del guardaparco. Posiamo i bagagli (il nostro pranzo e l’acqua) e
firmiamo il registro per l’ingresso del parco Prima di entrare, la mia attenzione è attirata da dei tavolini con sopra sistemati piccoli e grandi scheletri di animali locali. C'è persino una pelle di serpente e poi conchiglie, teschi e uno scheletro di delfino.
Pelle di "grande" serpente
Conchiglie e scheletri di ricci di mare
La prima parte del parco che andremo a visitare si chiama S. Pedrillo e dentro ad esso ci sono vari tipi di boschi e vegetazioni.
Pelle di "grande" serpente
Conchiglie e scheletri di ricci di mare
La prima parte del parco che andremo a visitare si chiama S. Pedrillo e dentro ad esso ci sono vari tipi di boschi e vegetazioni.
Ci incamminiamo sul
sentiero che ci porterà al primiero bosco, il più vecchio, dove si possono
trovare piante e alberi di almeno 300 – 400 anni. Incredibile, i ficus che noi
in Italia teniamo in casa come piante da ornamento e qui sono alte 20 metri!
Sono enormi e verdissime.
Nel primo tratto, il
sentiero è abbastanza lineare, mentre man mano che raggiungiamo il secondo
bosco, il sentiero si fa un po’ più impegnativo.
Riusciamo
fortunatamente ad avvistare un’intera colonia di coati, mammiferi similiad un incrocio tra
un procione e un formichiere. Sono bellissimi e tutti intenti a sgranocchiare
qualcosa.
Hanno un musetto
adorabile, ma purtroppo non riesco a fotografarli, sono troppo lontani e
veloci. Seguendo un rumore proveniente dalle fronde degli alberi, scorgiamo una
scimmia cappuccino (caba Blanca), è meno socievole di quelle di Manuel Antonio,
infatti, ci osserva un attimo e si allontana quasi subito. Durante il cammino,
per pura fortuna, riesco a vedere una piccola ranocchietta di color marroncino
su di una foglia a pochi passi da me. Che soddisfazione si prova ad avvistare
un animale nel suo habitat, ti senti bravo e fortunato, un po’ come se finalmente
senti che i tuoi occhi, le tue orecchie, il tuo naso si sono uniti in un solo
senso che ti permette di affinare la vista e vedere cose che prima non
immaginavi di poter vedere. Pura vida!
In fine, raggiungiamo il terzo bosco, quello tropicale.
In fine, raggiungiamo il terzo bosco, quello tropicale.
Qui sono riuscita a
vedere una specie di civetta ma più grossa. La foto non è perfetta ma sono
felice di essere riuscita a farla. Poco più in là tra lo stupore di tutti
(guida compresa) abbiamo l’onore di vedere una scimmia con il suo piccolo.
Ennesima emozione, ma sempre più forte. Stava lì sospesa tra due rami e a un
tratto spunta il musetto del piccolo!
Elia ci spiega molte
cose su piante e animali, ad esempio, la scimmia che abbiamo appena visto, si
chiama scimmia ragno e ha un modo molto particolare di mettere in fuga alcuni
suoi predatori. Infatti, se minacciata, ti tira addosso i suoi escrementi.
Bizzarra la natura eh? La nostra guida è fantastica e quando si fa seria, vuol dire che ha avvistato qualcosa. Allora veloce, piazza il suo binocolo digitale e a turno ci fa sbirciare dentro per vedere animali bellissimi e ignari di essere osservati durante le loro naturali attività.
Bizzarra la natura eh? La nostra guida è fantastica e quando si fa seria, vuol dire che ha avvistato qualcosa. Allora veloce, piazza il suo binocolo digitale e a turno ci fa sbirciare dentro per vedere animali bellissimi e ignari di essere osservati durante le loro naturali attività.
Gli animali con quel
fantastico strumento, sembrano vicinissimi ed è un’emozione fortissima.
C’è da dire però, che
solo un occhio esperto come il suo può vederli così facilmente.
E’ un lavoro faticoso
ma credo che solo chi ha una grande passione può svolgerlo con serietà e
impegno. Dopo almeno tre ore di cammino tra sentieri in parte facili, torniamo
verso la spiaggia.
Ci aspetta un premio,
sì perché Elia ha preso una noce di cocco e ci ha mostrato come si apre. Qui il
cocco non è come siamo abituati a vederlo nei supermercati. Originariamente, è
avvolto un uno spesso strato verde molto difficile da aprire e solo dopo averlo
asportato, si arriva alla noce marrone. Con un colpo secco contro la roccia e
con l’aiuto di un piccolo machete, il cocco è pronto! Gustoso e fresco. Grazie.
La marea però è salita
e il piccolo tratto di che porta da una sponda all’altra della spiaggia si è
allagato. Non possiamo guadarlo è pericoloso. Chiedo a Elia perché e lei mi
risponde che in quella zona è abitata da un coccodrillo e l’acqua è troppo alta
e la corrente troppo forte. Meglio non rischiare. La nostra guida allora chiama
un collega del posto che ci viene a prendere con una piccola imbarcazione che
ci porta in brevissimo tempo dall’altra parte. A un certo punto vicino all' insenatura tra la spiaggia e il rio, vedo un fantastico uccello simile a un airone ma molto più grande
con il collo lungo e con quasi gli stessi colori della sabbia. E’ un airone
Tiger! Immobile e impercettibile, non sono riuscita fotografarlo perché
qualcosa l’ha spaventato e in un secondo è scomparso.E’ ora di pranzo e sono
affamatissima!
Ci sistemiamo su dei
tavolini da campeggio di legno disposti, qua e la in un’area della spiaggia e
dopo aver apparecchiato, assistiamo alla preparazione minuziosa e curata del
nostro pranzo.
Infatti, Elia con molta
pazienza si mette ad affettare, l’ananas, a disporre le scatolette di tonno e
mais sul tavolo, a preparare dell’insalata e a disporre l’acqua nelle caraffe.
Che meraviglia un
pic-nic sulla spiaggia con pasta fredda, pomodori, wurstel, mais. Insalata,
maionese, cetrioli, e tanta frutta fresca.
Durante il pranzo,
abbiamo parlato un po’ in spagnolo e un po’ in italiano. Abbiamo riso
tantissimo, una bella pausa pranzo in un paradiso terrestre. E che vuoi di più?
Niente riposino però,
Elia ci dice che il cammino non è ancora finito e che torneremo nella foresta.
Rimettiamo tutto al suo
posto, e ripartiamo nuovamente.
Il sentiero qui è molto
più fangoso e impegnativo ma saremo premiati con arrivo, una bella cascata dove
sarà possibile bagnarci!
Fa molto caldo e
l’umidità si percepisce molto.
Dopo un cammino di
quaranta minuti e l’avvistamento ravvicinato di un coccodrillo che dormiva
beatamente sulla riva del piccolo rio che costeggia la foresta, arriviamo alla
nostra bellissima cascata. E’ meravigliosa e
imponente e l’acqua è freschissima! La corrente è forte e stare sotto il getto
d’acqua è un’impresa, ma ne vale la pena, credetemi. Mi riposo dove la corrente
è meno forte e l’acqua è più bassa e scopro che sott’acqua, un piccolo
gamberetto, mi sta facendo una minuziosa pedicure! L’acqua è talmente pulita e
trasparente che riesco a vedere ogni singola pietra e i piccolissimi abitanti
del letto del torrente.
Pausa finita ci si
riveste e ci s’incammina sul sentiero del ritorno.
Ripercorriamo i
sentieri dell’andata e una volta arrivati in prossimità della spiaggia,
sentiamo dei versi rochi arrivare da poco lontano.
Seguiamo la direzione
dei versi e scorgiamo una bellissima coppia di pappagalli Ara su di un albero
vicino alla spiaggia.
Sono enormi, i loro
colori sono stupendi, si passa dal rosso acceso al giallo intenso e il loro
piumaggio t’incanta. Sono animali molto fedeli e si dice che una coppia, una
volta formata, resta insieme tutta la vita.
Devo dire che in questa
escursione, sono stata molto fortunata. Ho visto molti animali e vissuto
emozioni forti nei tre boschi, il silenzio della foresta ti culla ed è
affascinante sentire i rumori che producono. E’ ora di rientrare alla base. La
barca ci attende sulla spiaggia. Mentre costeggiamo a piedi l’ultimo tratto
roccioso della spiaggia, riesco a notare dei pesci tropicali a pelo dell’acqua.
Riconosco un pesce palla ma più variopinto e altri pesci più piccoli intenti a
procurarsi cibo tra gli scogli. Altri quaranta minuti
di navigazione e siamo tornati a Drake, abbraccio Elia e so già che un po’ mi
mancherà il suo sorriso e la sua pazienza saluto il capitano e con Javier,
Kathy e Luca ci dirigiamo verso il nostro lodge. Una volta in cima, ci accoglie
una signora dalla voce squillante di nome Mariana. E’ molto simpatica e mentre
eravamo tutti intenti a chiacchierare, sentiamo un gran trambusto venire dalla
cima di una palma vicino alla mensa.Spunta all’improvviso
una scimmia cappuccino. Mi dicono sia una normale frequentatrice del centro e
mi raccomandano di non dare loro cibo. Con non poca fatica,
riesco ad avvicinarmi sufficientemente a lei per scattarle un paio di foto. Che buffa, è
incredibile quante facce ed espressioni riescono a fare.
Ora un po’ di meritato
riposo, una bella Imperial fresca e mi siedo a osservare nuovamente lo
splendido panorama al tramonto.
Dopo una veloce
sistemata agli zaini, sono pronta per la cena. A tavola conosco due ragazzi
nuovi, arrivano da Barcellona, si chiamano Anton e Oriol. Sono arrivati nel
primo pomeriggio mentre noi eravamo al parco. Con loro trovo più facile parlare
lo spagnolo. Lo parlano meno veloce e stretto.
Arrivano anche Simone e
Ilaria e devo ammettere che risentire l’italiano dopo giorni di spagnolo mi
conforta un pochino. La cena è stata divertente, Michael è il solito casinista
e con Javier, il divertimento è assicurato.
Sono stanchissima e
subito dopo cena, saluto tutti e mi avvio verso la stanza.
Domani si ripartirà con
destinazione Manuel Antonio e al tanto sospirato parco nazionale.
La sveglia è alle 5,45
colazione alle sei e poi alle sette imbarco per Sierpe.
Grazie all’aiuto di
Javier, abbiamo confermato la prenotazione al Costa Linda per le prossime notti
a Manuel Antonio.
questi sono i viaggi più belli, a contatto con la natura rigogliosa, spontanea, indomita! Io impazzirei a vedere un ficus di 20 metri, adoro gli alberi e quelli che hanno una lunga storia da raccontare mi "commuovono"!!! P.S. ma le foto dove possiamo vederle??? :P
RispondiEliminaCiao, hai ragione, ti accontento subito.....prepara i kleenex :)
RispondiEliminaHo fatto una foto alle radici di questi bestioni per rendere l'idea della loro maestosità.
Un'altro albero invece, ha la corteccia ricoperta di spine e la guida mi ha spiegato che si tratta dell'albero abitato dai bradipi e che la particolarità della corteccia serve per difenderlo dai predatori visto la sua lentezza negli spostamenti.
POi ci sono le canne di bamboo....anche queste enormi. Si tratta di una spettacolare foresta pluviale, uno dei polmoni del pianeta...
Purtroppo nelle foto non si possono sentire i profumi e sentire i suoni della natura.
Hai ragione, si può impazzire davanti a così tanta bellezza... :)