05 Novembre 2008
Fuori è già chiaro ma è ancora troppo presto per alzarsi e allora
mi leggo un po’ la Lonely. Si sente il traffico che pian piano aumenta e i clacson dei camion che sembrano quelle delle navi da crociera!
Dopo una notte che per me era giorno, mi tiro su e
provo vedere se alle 6.30 del mattino si può fare colazione o breakfast o
desaiuno che sia...
Attraversiamo il cortile e raggiungiamo la zona
preparata con tavolini e sedie a fianco ai campi da tennis. Benvenidos!!! Ci
accoglie con un sorriso una donna dello staff dell’ hotel. Pane tostato, uova strapazzate, succo d’ananas, burro
e marmellata e tanta frutta fresca.
Dopo un'abbondante colazione torniamo in stanza e ai nostri zaini. Carlos ci spiega, dove prendere il bus pubblico che
porta in centro è di colore arancio (Amarillo), con destinazione SABANA
STADIO.
Tutto intorno il
traffico è rumoroso e veloce, macchine non tanto recenti e in buono stato e
tantissimi pick-up. Dopo un’attesa di venti minuti arriva il nostro bus.Gli
zaini sono ingombranti e il bus piccino,ma un signore gentilissimo ci cede il suo posto a sedere.Il biglietto costa 170 colones a persona e accanto a me c’è una signora dall'espressione curiosa che mi sorride ed io contraccambio pensando a quanto qui tutto è bellissimo, ovunque posi lo sguardo. Ti salutano tutti e sorridono se tu gli sorridi. Inizio a capire il senso del PURA VIDA.
L’autista del bus guida da una corsia
all’altra e la distanza di sicurezza è in pratica inesistente. Il traffico e
fitto e tutti suonano il clacson! La signora seduta vicino a me è scesa ma
prima di farlo ha raccomandato l’autista di farci scendere alla fermata giusta.
Maria è il suo nome, gentilissima signora dalle ciglia
lunghe e sguardo dolce di mamma. Tra un sobbalzo e l’altro arriviamo alla nostra
fermata davanti al TEATRO NACIONAL nel centro di S. Josè e una volta scesi un ragazzo di nome Alberto, ci aiuta
con qualche indicazione sulla città indicandoci una cartina che riportava musei
e luoghi caratteristici da visitare. Il tutto senza che noi glielo avessimo
chiesto, infatti aveva sentito le nostre domande all’autista e aveva capito che eravamo
turisti appena arrivati e di sua spontanea volontà ci ha dato qualche consiglio
su come girare senza problemi tra possibili borseggiatori e procacciatori
d’affari.davvero un ragazzo gentilissimo e sincero, ci lascia persino il suo
numero di cellulare e sparisce tra la folla. Benissimo, ora dove andiamo a sistemarci per la notte?
Do un’occhiata sulla Lonely Planet e tra tutti gli hotel decidiamo di andare a
vedere quello che si chiama Il Vesuvio. Per raggiungerlo abbiamo sudato sette camicie, su è
giù per le vie del centro tra un’informazione e un’altra finiamo ai piedi di
una salita che per me era come se dovessi scalare il Monte Bianco. Il mio zaino
pesa 15 kg e quando finalmente troviamo, l’hotel mi veniva quasi da piangere! Ola!! Il saluto di Victor Julio,
direttore dell’hotel Vesuvio che d’italiano ha solo il nome.
La stanza va bene e il bagno è in camera, con 78$ in meno nelle tasche, lancio lo zaino nella stanza e ci rituffiamo più leggeri nel centro di S. Josè.
Attraversare la strada è un’avventura e i marciapiedi
sono trappole per caviglie.
Disseminati qua e là, ci sono tombini scoperti,
mattonelle sfondate e grate di ferro, dove ci può passare il piede con tutta la
scarpa. Diciamo che devi decidere tra il guardare l’immensità di verde e piante
o guardare dove metti i piedi.
Comunque viabilità a parte, qui si respira tutta
un’altra aria, sto cominciando a rendermi conto di essere in vacanza e la cosa
mi piace moltissimo!!
Una volta raggiunto il centro, ci infiliamo nella
biglietteria del museo della giada e ne usciamo con due biglietti per 7$ a
testa. Bellissimo, anche le guardie armate sparse qua e là. All’inizio sono
tutti seri, ma se gli sorridi diventano gentili e ricambiano il sorriso. Ho
fatto un’infinità di foto a collane di giada e
a oggetti vari usati da tribù indigene locali. Una delle guardie è stata
così carina da spiegarmi con tanta pazienza alcune cose esposte e alla fine mi
ha concesso una foto insieme con lui.
Una volta usciti abbiamo iniziato a prendere confidenza con la città e abbiamo scarpinato tra parchi e alberi giganti fino all'ora di pranzo.
Una volta usciti abbiamo iniziato a prendere confidenza con la città e abbiamo scarpinato tra parchi e alberi giganti fino all'ora di pranzo.
Sulla strada troviamo un ristorante di nome Las Palmas
e pranziamo con il Casado, un piatto tipico locale, porzione gigante
con un misto d’insalata, cetrioli, riso bollito, pollo, fagioli e platano
fritto. Davvero buono e il tutto accompagnato con una bella Corona ghiacciata!
A fine pranzo un buon caffè e il conto.
Xavier, titolare e socio del locale, ci fa vedere il
giardino intorno al ristorante ed io ne approfitto per scattare qualche foto.
Dopo una simpaticissima foto tutti insieme e con 4$ a persona ci salutiamo per rituffarci tra le vie della capitale.
Ormai abbiamo il pieno controllo del quartiere, sappiamo a memoria alberi e tombini scoperchiati e una volta raggiunto il centro, ci infiliamo in un negozio di souvenir, dove facciamo la conoscenza di Marianella, una donna molto gentile dal fisico prorompente e dialettica da venditrice DOC. Capisce subito che eravamo arrivati da poco e subito ci chiede se eravamo interessati a qualche escursione e se si a quali.
Ci racconta di avere molte conoscenze e che con 200$ poteva trovarci qualcuno per portarci al Parco del Tortuguero. Con
un’auto privata s’intende ma con il pernottamento non incluso. Il prezzo è allettante ma diciamoche ci dovevamo pensare un
attimo. Poco dopo scorgiamo una piccola agenzia di viaggi e decidiamo di entrare a chiedere qualche informazioni
su eventuali escursioni e subito riparte il delirio della comprensione.
Alla fine, dopo mezzora di dialoghi poliglotti italo/spagnoli/inglesi prenotiamo un tour di due giorni e una notte per il Parco del Tortuguero con partenza prevista per le 6.30 del mattino dopo con un bus direttamente in hotel a 248$ per due persone.
Ora che la prima escursione è fissata e visto che non piove più,andiamo a vedere il Museo dell'Oro Precolombiano dove l’ingresso costa 7$ a persona.
Ora che la prima escursione è fissata e visto che non piove più,andiamo a vedere il Museo dell'Oro Precolombiano dove l’ingresso costa 7$ a persona.
Veramente tutto magnifico, non ho mai visto tanto oro
così in tutta la mia vita.
Dentro questa struttura, puoi visitare sia il museo
dell’oro precolombiano e sia il museo della numismatica con un’ala
dedicata alle lavorazioni praticate dalle popolazioni nel corso degli anni fino al decorso della moneta
locale.
Due ore dopo siamo nuovamente all’aperto sulla piazza
centrale di S. Josè.
Il cielo non promette nulla di buono e da lì a poco
inizia a piovere.
La pioggia sembra che non ti bagnarti, sottile e calda e
mentre ci spostiamo al riparo il mio sguardo è attratto da un gruppo di
giocolieri che allegramente offrono il loro spettacolo ai passanti. Si muovono
a tempo di musica sono colorati e rumorosi e fanno roteare in aria oggetti di scena. Intenta a scattare foto scorgo un
visino splendido di un bimbo e non resisto ad non immortalarlo!
Non molto lontano la maestosa Cathedral di S. José e il Teatro Naciònal ma siccome l'orario di visita era già concluso, rimandiamo la visita per un'altro giorno. All'interno di quest'ultimo però è possibile sorseggiare un buon caffè all'interno del bar tra affreschi sui soffitti, tavolini ordinati e clienti silenziosi ed eleganti. Sotto quest’aspetto, sembrerebbe un tipico bar italiano, essenziale e semplice con la caratteristica di essere dentro un teatro.
Davanti a me, vicino alla finestra, è seduta una
signora sulla sessantina, dall'acconciatura anni 50 e vestito così particolare da sembrare appena uscito dal camerino di un’attrice. Ha lo sguardo malinconico e guarda fuori dalla finestra come in balia dei suoi pensieri. Non mi sembra del posto, parla spagnolo sì, ma i suoi lineamenti
sono meno marcati e la pelle meno scura.
Chissà, magari è stata un’attrice famosa e ora non
rinuncia a un buon te in compagnia dei suoi ricordi.
Sta facendo buio e decidiamo di cenare in camera con
qualcosa di alternativo acquistato al take away di Pollo Campero, una specie di
Mac Donald’s ma con prevalenza di pietanze a base di pollo. Con 5300 colones ci portiamo via burrito di pollo,
polpettine di pollo e coca cola in quantità semi imbarazzante.
Il fuso orario inizia a farsi sentire, mi faccio una
bella doccia dopo una sistemata ai bagagli vado finalmente a dormire anche perché domani la sveglia suonerà all'alba. El Tortuguero ci aspetta!!
Sono le quattro della mattina in Italia, qui appena le
nove di sera. Buonanotte.
Nessun commento:
Posta un commento