07 Novembre 2008
Parque Naciònal Tortuguero
Praticamente non ho chiuso occhio!
Nell’ordine ci sono stati:
un cagnolino che abbaiava con voce stridula, una
turista che ha smesso di ridere all’alba e un qualche animaletto che ha
camminato e sgranocchiato tutta la notte sul tetto della camera.
Quando alla fine però il sonno ha vinto sulla
disperazione, le scimmie urlatrici hanno dato la sveglia a
tutta la foresta.
Fanno dei versi inquietanti. Sono urla gutturali,
erano lontane ma a me sembrava di averle in stanza con me.
Siccome di dormire, non se ne parla, mi alzo mi vesto
ed esco a fare due passi e una volta uscita dalla camera, un'alba meravigliosa era lì ad aspettarmi.
Sono le cinque e mezza del mattino e il sole è già spuntato sul il villaggio deserto. Tutto
ancora tace ed è una sensazione di pace quella che mi accompagna durante la mia
passeggiata. L’unico animale selvatico che ho visto è il guardiano armato di
fucile che tiene d’occhio le sponde del Rio.
Chissà perché non credo che stia lì per i coccodrilli.
Qua e là, vedo persone dello staff che si dirigono
verso le cucine e allora decido di andare a vedere la parte del villaggio
ancora in costruzione al di qua della passerella in legno. A dire il vero, il sentiero andava ben oltre il mio coraggio e a pensarci bene ho preferito rimanere dove niente potrebbe mangiarmi, spaventarmi o mordermi.
Qui i ragni sono diversi. Ammetto di esserne
terrorizzata da loro, ma la mia curiosità mi spinge a osservarli da vicino, ma sono presto distratta da un qualche rumore che sembra provenire dall'acqua del rio poco distante.
Era la signora addetta alla cucina...ed io che pensavo fosse chissà quale animale!
Imbarazzata la saluto e ritorno in stanza per prepararmi all'escursione di oggi.
Imbarazzata la saluto e ritorno in stanza per prepararmi all'escursione di oggi.
Colazione leggera visto che devo andare in barca e una volta tutti presenti, dal molo si parte per il Parco del Tortuguero.
Navighiamo a bassa velocità, anche perché in questo
punto del fiume, vivono dei mammiferi che si chiamano, se non sbaglio
Lamantini e dopo l'avvistamento di iguane, cormorani, aironi e uno strano uccello notturno del quale non so il nome,
tra la vegetazione galleggiante, sono riuscita a
fotografare tra mille peripezie, una gallinella d’acqua e una tartaruga intenta a procurarsi
del cibo tra le ninfee e la vegetazione galleggiante.
Nonostante i nostri occhi fossero puntati in alto,
nessuna scimmia per il momento.
Nell’imbarcazione che ci segue, c’è una guida di nome
Thomas, un' uomo grande e possente e dalla voce profonda.Da quando ha saputo che siamo
italiani, ride e scherza con noi in continuazione e durante la navigazione notiamo sulla sponda del rio, quello che sembrerebbe un piccolo chiosco con cucina.
Direi che è la versione rivisitata di un fast food ma in mezzo ad una foresta tropicale.
Hanno allestito per noi un tavolo grande con vassoi pieni di
cose buone come pollo fritto, platano arrostito,
frutta fresca e salsine piccanti.
Una bella Imperial fresca e un dolce strano ma buono.
Niente male, il caffè però un incubo.
Dopo una buona ora in barca, scendiamo su di una
spiaggia piccolissima e anche qui tronchi sapientemente lavorati dalle onde.
Insieme al nostro gruppo se ne aggiunge un altro molto
numeroso, credo di origine indiana e qualche cinese o giapponese. Scendiamo dalla barca e ci riuniamo al
margine della foresta. Sono tutti un po’ sparpagliati e un omino con un bastone
inizia a parlare ad alta voce indicando qualcosa per terra.
Appena inforcati il sentiero, infatti, zitto e molto
vicino, ci aspettava un bel serpentone arrotolato su se stesso. Molto velenoso!
Assomiglia alla nostra vipera, ma cinque volte più grande e velenosa.
Arriva Thomas che non ride più, ma sbianca notevolmente.
Le donne urlano, la guida sparisce con il serpente e
tutti noi cambiamo sentiero.
Povero Thomas, chissà che spavento! Comunque secondo
me il più terrorizzato era il serpente.
Durante il cammino, Thomas inizia a chiacchierare, è
un omone di grande stazza, con un sorriso contagioso stampato sul viso e a me,
fa morire dal ridere.
Con noi parla l’inglese, con i cinesi e indiani lo
spagnolo! Che spettacolo di persona.
Dentro il bosco, il sentiero è spettacolare ma i mosquitos non danno tregua, meno male che io mi sono vestita come se dovessi
andare in guerra.
Il gruppo però è troppo rumoroso e quindi, mi sa che
alla fine sono stati gli animali che hanno osservato noi e non il contrario.
Paffuto e impacciato. E’ come si vede in tv, un
musetto tenerissimo e un’andatura lenta anzi lentissima.
Proseguendo la visita, il sentiero ci porta nella radura
delle palme da cocco dove la vegetazione è meno fitta e la luce del sole
illumina questa parte della foresta in modo particolare. Che meraviglia.
Riconosco questo suono. È l’oceano. Infatti, dopo
poco, spuntiamo sulla spiaggia.
Scatto foto bellissime con il cielo che si perde
nell’acqua e alla fine del cammino ci sono delle mucche lasciate lì a
pascolare e mamma mia quanto sono magre.
Il ritorno è più rapido, la barca sembra volare sull’acqua ed io sono già un
po’ triste a lasciare questo posto fantastico e dopo un’ora e mezza circa, siamo
sul bus che ci riporterà a S. José.
Non potrò mai dimenticare questo paradiso e siccome eravamo tutti un po' stravolti, Thomas decide di fare una sosta per bere qualcosa e d andare in bagno ed io ne approfitto per fare entrambe.
Non potrò mai dimenticare questo paradiso e siccome eravamo tutti un po' stravolti, Thomas decide di fare una sosta per bere qualcosa e d andare in bagno ed io ne approfitto per fare entrambe.
Manca ancora qualche ora all’arrivo e siccome non
sappiamo dove andare a dormire, chiediamo aiuto alle nostre guide che
prontamente ci prenotano una stanza in un hotel della capitale.
A un certo punto Thomas viene a sedersi vicino a noi
ed io ne approfitto per chiedere qualche consiglio sulla nostra prossima
escursione e ci racconta di quando faceva da guida al Volcán Arenal e Manuel Antonio e
subito c’è chiaro quali saranno le nostre prossime tappe.
Mitico Thomas, un’adorabile simpatico omone che non
dimenticherò mai.
Siamo arrivati, fuori è buio, salutiamo Laura e
Thomas, un Adios al bus e scendiamo davanti all’Hotel Rincon de San José.
Entriamo nell’hole e lì ci aspettano un uomo sorridente
e un ragazzo.
Paghiamo la stanza, portiamo su le valige e dopo una
doccia finalmente calda, il meritato riposo ci aspetta.