14 febbraio 2012

18 Novembre 2008 La Fortuna- S. Josè


18 Novembre  2008 La Fortuna/ S. José


Stamattina era davvero impossibile dormire un po’ di più, il cantiere si è svegliato molto presto. Poco male, alle 8.00 PM arriva il bus che ci riporterà nella capitale.
Tutto pronto, si parte, il nostro autista si chiama Alessandro e durante il tragitto mi dice che non è del Costarica ma che è nato a Cuba.
La prima parte del viaggio è stata un po’ faticosa a causa della strada piena di curve e la guida sportivissima di Alesandro, poi la pioggia completava il quadretto.
Dopo un’ora e mezza, facciamo mezzora di pausa in una soda piccola ai bordi della strada. Colazione con caffè e torta di…. Non lo so ma molto buona.
Arriviamo a S. José per le 11.30 e Alesandro ci lascia come richiesto davanti all’Hotel Hemingway Inn. Me lo ricordo questo Hotel, ci passavamo davanti i primi giorni  per raggiungere il centro.Molto caratteristico e il suo stile è proprio lo stesso dello scrittore di Moby Dich!

 

 Questo posto è così incantevole che voglio dedicargli una foto gallery.
  

Troviamo ad accoglierci Ismala, una ragazza sorridente dalla voce squillante che ci  conferma il prezzo di 45$ a persona per due notti.Ci accompagna nella stanza e aprendo la porta non crediamo ai nostri occhi. E’ enorme! Due stanze con letti enormi e tavolino con sedie.In sostanza una suite! Chiedo se per caso c’era stato un errore di comprensione (probabile, visto la stanchezza e lo spagnolo improvvisato) e lei con un candido sorriso mi riconferma il prezzo!Che figata e quanto spazio!Questa volta ci sistemiamo con calma e se vogliamo, anche con un pò di tristezza. Ultimo giorno in questo paese meraviglioso.....Scrivo un paio di cartoline e sistemo lo zaino,è già ora di pranzo e allora via per l'ultima volta tra le strade di S.Josè. Sono rimasrte le ultime cose da fare di andare in aeroporto e tra queste, tornare nel fantastico negozio di Kevin e acquistare quella splendida maschera Boruca che avevo visto una settimana fa. Kevin ha trentacinque anni ed è stato molto disponibile al nostro primo arrivo nella capitale, un ragazzo dagli ochhi vispi e con un grande amore per il suo lavoro. Ricordo il primo giorno che nella capitale e ricordo molto bene il fascino che emanano queste maschere e il racconto dettagliato e la loro storia, infatti  la tribù Buruca popola le foreste più sperdute della Costarica e di preciso nella riserva indigena di Terraba a sud della capitale, dove  da un unico pezzo di tronco,viene intagliata una sola maschera. Sono tutti  pezzi unici e nel suo negozio ce ne sono esposte molte e di bellissime.
Kevin ci ha spiegato che lui acquista direttamente dal villaggio e una parte del ricavato va proprio alle famiglie di questi artigiani. Ogni maschera ha un suo significato e ognuna di esse ha un nome e un utilizzo specifico. Peccato che il tempo è stato poco e di non aver potuto visitare la tribù, chissà magari un giorno...
Ho acquistate due maschere piccole,una è proprio quella della quale mi ero innamorata il primo giorno, l'altra mi ha affascinato per il suo nome. Una è un viso di indigeno contornato di orchidee e nell'altra è raffiguratoun "Diablo", una specie di guardiano. Spero mi portino un po’ di Costarica nella mia casetta a Torino.








La mia Buruca

El Diablo
 Salutiamo con un abbraccio il nostro amico irlandese che ci consiglia, per la cena un localino proprio vicino al suo negozio. Si chiama Soda Creolita, locale pulito e conveniente. Per il momento è ancora ora di pranzo e ci dirigiamo da MacDonald’s.
Abbiamo le cartoline ma non i francobolli e se pensavamo fosse una cosa semplice da trovare beh ci sbagliavamo di grosso.
Abbiamo girato la capitale in largo e in lungo e finalmente sbuchiamo davanti all’ufficio postale!
Non sono come i nostri sportellini, qui è un palazzo! Ho acquistato dei francobolli come ricordo e poi chissà, magari tra qualche anno varranno una fortuna.
Per il momento, il mio piccolo investimento mi è costato 500 colones.
Sono stanchissima, scendo da Ismala per chiedergli un asciuga capelli ma trovo Petronio, allegro ragazzo tuttofare che, gentilmente mi da (sotto cauzione) il mio secator de pelo. Questa scena mi sembra di averla già vissuta…
Qui in Costarica, gli asciuga capelli sono più rari dei diamanti…strano vero?
Doccia calda e pomeriggio sotto le coperte, tiro fuori il naso solo per la cena take away a base di riso con gamberi in una porzione abbondante. Ora va decisamente meglio.
Appoggio la testa sul cuscino e il sonno mi rapisce subito.
Buonanotte S. Josè.

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